Bolzano dice no all'ordinanza contro gli accattoni

Non ci sarà alcuna ordinanza contro l'accattonaggio. Il sindaco Spagnolli lo esclude: «Le ordinanze non servono. Mendicare non è reato». Gli dà ragione l'assessore alle politiche sociali Randi



BOLZANO. Non ci sarà alcuna ordinanza contro l'accattonaggio. Il sindaco Luigi Spagnolli lo esclude: «Le ordinanze non servono. Mendicare non è reato». Gli dà ragione l'assessore alle politiche sociali Mauro Randi: «C'è una sentenza della Corte costituzionale che cancella un provvedimento di quel tipo. Dedicheremo invece più attenzione ai casi di accattonaggio molesto». Dopo le polemiche per il numero di mendicanti in città, Spagnolli e Randi hanno riunito ieri una platea di operatori impegnati nel settore. Lo hanno fatto per ridimensionare il fenomeno dal punto di vista dei numeri e per fornire anche qualche informazione che smonta idee preconcette: «La maggior parte dei musicisti e degli ambulanti di strada si è regolarizzato, sono dotati di autorizzazione, spesso anche quelli delle rose».

Per quanto riguarda invece i mendicanti che chiedono l'elemosina dicendo «ho fame», Randi elenca i servizi offerti da Comune, Assb e associazioni del terzo settore per mettere in chiaro una cosa: «A Bolzano nessuno resta senza cibo». Al tavolo con Randi e Spagnolli ieri, rappresentanti dei servizi offerti da Comune, Assb, Caritas, S. Vincenzo, Volontarius, Odar, associazioni e parrocchie. Claude Rotelli di Volontarius restringe il fenomeno attuale a «12 ambulanti e 20 tra questuanti e musicisti».

Il tenente della polizia municipale Nives Fedel aggiunge i dati dei controlli effettuati dai vigili. Dall'inizio dell'anno verificati 60 insediamenti abusivi in case e baracche, poi sgomberate o abbattute. Sono state individuate anche 50 auto usate per dormire. Fedel: «Le auto sono state allontanate o sequestrate». Il monitoraggio dei vigili sui mendicanti parla di 250 identificazioni effettuate dall'inizio dell'anno: «Spesso la medesima persona viene identificata più volte. Stimiamo 150 mendicanti dall'inizio dell'anno. Il fenomeno non riguarda solo il centro, ma anche la zona del cimitero, supermercati e chiese nei quartieri».

Le provenienze: Europa dell'Est, nord Africa e Africa centrale. «In alcuni casi si tratta di persone disperate che hanno perso il lavoro». I più fortunati arrivano a quadagnare la cifra record di 80-100 euro al giorno. A chi va quel denaro? Gli operatori confermano i sospetti di organizzazioni o racket. Spagnolli precisa: «Il questore mi ha scritto escludendo la presenza di organizzazioni criminali legate all'accattonaggio».

L'associazione «La sosta» alla Casa Conte Forni offre un servizio che va dai bisogni basilari di un pasto e una doccia al percorso con senzatetto e persone in difficoltà perché si riprendano in mano la vita: 600 assistiti nel 2010. Ma ci sono anche Volontarius e S. Vincenzo che offrono i pasti nei giardini della stazione, e poi la Caritas. Randi annuncia un protocollo di intesa: «Vogliamo creare una banca dati delle persone assistite, per evitare doppioni». Per quanto riguarda l'elemosina, Randi annuncia una novità: «Personalmente, penso che se offro un euro a un mendicante e poi magari un altro e un altro ancora, contribuisco a congelare la sua posizione. Pensiamo invece ad aprire un fondo in cui i cittadini potranno versare propri contributi, che finanzieranno interventi mirati a persone, su progetti precisi».

Claudio Della Ratta (Psi) si dichiara non soddisfatto: «Le lodevoli iniziative esposte rimarcano quanto non sia accettabile continuare a permettere il proliferare della presenza di mendicanti in città. Contesto inoltre il numero sottostimato di mendicanti». (fr.g.)

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