Bolzano: i Comuni contro il megastore dell'alpinismo

Kompatscher: no all'articolo ad hoc per il dettaglio in Zona della Salewa



BOLZANO. Commercio al dettaglio in zona produttiva: sì o no? La legge urbanistica provinciale non lo permette, ma una serie di modifiche e interpretazioni spesso diverse delle stesse norme negli anni hanno portato ad aperture più o meno contestate. E le polemiche continuano: nel mirino finiscono lo shop della Salewa all'interno della nuova sede aziendale in via Einstein e, per l'ennesima volta, il centro commerciale Twenty di via Galilei.

SALEWA. Ieri il consorzio dei comuni ha esaminato il disegno di legge presentato dalla giunta in materia di "misure di contenimento dell'inquinamento luminoso ed altre disposizioni in materia di utilizzo di acque pubbliche, procedimento amministrativo e urbanistica". Sono proprio quest'ultime le più contestate: i primi a sollevare il caso sono stati i verdi pochi giorni fa («troppe norme ad personam per favorire gli imprenditori», l'accusa riferita agli articoli applicabili alla Salewa a Bolzano o all'ex Bristol di Merano di proprietà del gruppo Tosolini). Perplessità che ieri sono state evidenziate anche dal consorzio dei comuni, che - pur dando parere positivo alla legge - ha chiesto di modificare l'articolo 9 che prevede che "nelle aziende aventi sede legale e principale in Alto Adige, produttrici di articoli di marca con fatturato e quota di esportazione superiore alla media provinciale, che realizzino uno spazio espositivo per inscenare i propri prodotti può essere consentita la vendita al dettaglio anche in zona produttiva, per una superficie non superiore ai 500 metri quadrati". Arno Kompatscher, presidente del consorzio dei comuni, non ci sta: «È una legge fatta su misura», motiva la bocciatura dell'articolo fatto dal consorzio dei comuni. Il parere del consorzio dei comuni non è vincolante, ma viste le premesse la discussione in consiglio provinciale (dove il verde Riccardo Dello Sbarba ha già annunciato la presentazione di una relazione di minoranza) si annuncia animata. Intanto venerdì prossimo la Salewa inaugurerà la nuova palestra di roccia: dopo seguiranno le altre strutture: se ci sarà o meno anche il negozio, dipenderà dalla formulazione definitiva della legge.

TWENTY. L'altra patata bollente è il Twenty di via Galilei. Sulle licenze rilasciate ai vari esercizi del centro commerciale dei Podini pendono diversi ricorsi, anche se la decisione della giunta provinciale di realizzare proprio al Twenty il nuovo megastore potrebbe chiudere la questione una volta per tutte attraverso il rilascio di un'unica nuova mega-licenza da 20 mila metri quadrati. Ma ora nel mirino finisce proprio la procedura che ha portato all'individuazione della struttura dei Podini come "location" ideale per la realizzazione del centro commerciale. È stata una società del gruppo Tosolini a presentarla (la Iniziative Methas), contestando il fatto che i quattro saggi indicati da Comune e Provincia non hanno tenuto conto dell'areale della Metro tra via Volta, via Siemens e via Pacinotti come possibile alternativa. Già definito, ma non ancora presentato un ricorso analogo da parte di Trony: «Aspettiamo - spiega il legale Igor Janes - che la giunta provinciale adotti la delibera formale. Poi la impugneremo, e con noi ci saranno anche altre aziende bolzanine». Di fatto, ad oggi la giunta non ha ancora avviato l'iter per la variante al Puc, ma ha solo discusso - dando un via libera di massima - un promemoria che recepiva l'indicazione dei saggi a favore del Twenty. Giovanni Podini, presidente dell'holding che ha costruito il Twenty, preferisce tenere un profilo basso: «Evidentemente - afferma l'imprenditore - il successo del Twenty ha dato fastidio, perché in caso contrario tutti questi ricorsi non ci sarebbero sicuramente stati».

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