Bolzano, i ricercatori Eurac: "No alla fusione con l'università". Bergmeister: enti separati

Preoccupazione dei 250 ricercatori per il rischio che venga meno l'indipendenza dalla politica. Il presidente della Lub Bergmeister: "Resteranno enti separati"


Antonella Mattioli


BOLZANO. «I circa 250 collaboratori dell'Eurac hanno riunito le loro voci in una lettera aperta indirizzata al presidente della Provincia per sostenere l'indipendenza della ricerca, requisito fondamentale del lavoro scientifico». Il breve comunicato dà l'idea della forte preoccupazione dei collaboratori dell'Eurac per il futuro dell'ente di ricerca, dopo che nella riunione di lunedì la giunta provinciale ha nominato il nuovo cda e tracciato le linee guida.
IL NUOVO CDA. I membri, di nomina provinciale, sono Werner Stuflesser - confermato alla presidenza ma solo per altri due anni - Karin Dalla Torre, Andrea Zeppa e Manuela Nocker. Poi altri tre nomi che dovranno passare al vaglio dell'assemblea dell'Eurac: Konrad Bergmeister, Pietro Borgo, rispettivamente presidente e vice della Lub, e Siegfried Rinner, direttore del Bauernbund su richiesta del Wirtschaftsring.
IL SUPER-PRESIDENTE. «Al nuovo cda - ha detto Durnwalder - chiediamo di migliorare il coordinamento con l'Università, e per questo abbiamo pensato che i cda dei due enti debbano essere formati per la maggior parte dalle stesse persone. Inoltre, per avviare una buona partnership, è fondamentale non solo evitare inutili doppioni, ma addirittura pensare a strutture comuni in grado di far risparmiare anche denaro pubblico». Quindi le parole del presidente che probabilmente hanno dato adito ad una serie di congetture: «In futuro potrebbe esserci un solo presidente con due direttori». Ciò significa che Bergmeister fra un paio d'anni diventerà super-presidente di Lub ed Eurac? «Non sapevo neppure di essere stato proposto come membro del cda dell'Eurac e non credo proprio che diventerò presidente. Il mio obiettivo per i prossimi tre anni è quello di consolidare la struttura organizzativa dell'Università e concentrarmi sullo sviluppo di alcuni temi di ricerca». Bergmeister minimizza (anche Hanns Egger, ex presidente della Lub, siede nel cda uscente dell'Eurac), ma sull'ingegnere di Bressanone, docente universitario a Vienna, amministratore delegale del tunnel del Brennero nominato dal governo austriaco e già direttore tecnico dell'A22, Durnwalder come l'intera economia altoatesina ripongono grandi aspettative. Nel giro di un anno e mezzo ha fatto cambiare passo alla Lub: a partire dal trilinguismo non solo dichiarato ma reale (dall'autunno per accedere all'Università bisognerà superare dei test nelle tre lingue), ha intensificato gli scambi con l'Eurac e con il mondo economico (nel cdu della Lub siedono come vice Borgo, general manager Iveco, e Nikolaus Tribus, presidente del Tis), sta collaborando alla creazione del Parco tecnologico.
EURAC. I 250 collaboratori dell'Eurac temono che il vento del cambiamento investa anche l'ente di ricerca e si possa arrivare ad una sorta di fusione con la Lub. «Bene - dice una ricercatrice che preferisce rimanere anonima - ottimizzare le risorse e intensificare le collaborazioni, cosa che per altro stiamo già facendo, ma siamo contrari ad una possibile fusione. Inoltre contestiamo anche il metodo dalla Provincia». Bergmeister tranquillizza gli animi: «Non so quali siano le preoccupazioni dell'Eurac, ma per quanto mi riguarda escludo una fusione tra le due realtà. Che invece dovranno collaborare e integrarsi sfruttando le loro peculiarità: l'Università, dovendo concentrarsi sull'insegnamento, è più rigida, l'Eurac invece, che ha come obiettivo la ricerca, è più flessibile». Del resto Lub ed Eurac, nell'ultimo periodo, hanno già intensificato la collaborazione: «Proprio di recente abbiamo firmato un accordo- quadro per quanto riguarda l'organizzazione di eventi, la promozione, il marketing».

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