BOLZANO

Bolzano, massacrò la moglie, adesso si è ucciso

Dopo aver saputo che avrebbe dovuto tornare subito in carcere, Paul Johann Oberkofler ha preferito farla finita


di Mario Bertoldi


BOLZANO. La storia di violenza e sopraffazione di Paul Johann Oberkofler nei confronti della moglie Brigitte Steger (ridotta a vita vegetale a colpi di martello) si è conclusa con una tragedia nella tragedia. Dopo aver appreso della decisione della Corte di Cassazione di annullare la sentenza di secondo grado a suo carico (con una forte riduzione di pena), l’imputato - che avrebbe dovuto tornare in carcere entro pochi giorni - si è tolto la vita impiccandosi alla trave di una serra in cui lavorava in una struttura psichiatrica di cura e recupero in provincia di Verona. Da qualche mese l’uomo era ospite, agli arresti domiciliari, della casa terapeutica Don Girelli a Ronco all’Adige, una frazione di seimila abitanti nel Veronese. Quando alcuni addetti della struttura si sono accorti del dramma, non c’era ormai più nulla da fare. Mezz’ora prima Oberkofler era stato informato, alla presenza di uno psicologo, degli effetti del pronunciamento della Cassazione. L’uomo era è rimasto pressochè impassibile. Aveva incassato la notizia senza reagire e aveva annunciato di ritornare al lavoro all’interno della struttura. Una volta rimasto solo nella serra ove curava un suo programma di coltivazione di ortaggi destinati alla vendita, Oberkofler è però salito su una scala, ha fissato una corda ad una ad una trave, se l’è stretta per bene attorno al collo e ha poi dato un calcio alla scala rimanendo impiccato. L’uomo non ha lasciato alcun messaggio scritto. Non si sa, dunque, se la decisione di farla finita sia stata determinata dal rimorso di aver massacrato la moglie a martellate nella loro casa di Lutago in valle Aurina (la donna è in coma irreversibile). E’ più probabile, però, (vista la dinamica temporale dei fatti) che l’imputato non abbia retto all’idea di dover tornare in carcere entro poche ore nella prospettiva di vedersi appesantire la condanna (annullata) della Corte d’appello di Bolzano. Come si ricorderà in primo grado l’uomo, accusato di tentato omicidio, era stato condannato a 18 anni di reclusione, ma in appello aveva ottenuto una riduzione a 10 anni in quanto il suo legale, l’avvocato Paolo Fava, era riuscito ad ottenere il riconoscimento del vizio parziale di mente al momento del fatto e a far escludere le aggravanti della crudeltà e della minorata difesa (la moglie fu presa a martellate in testa mentre dormiva e non ebbe neppure la possibilità di tentare una difesa). Proprio nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne la Corte di Cassazione aveva accolto il ricorso della Procura generale disponendo la ripetizione del processo d’appello dichiarando però immediatamente esecutiva la condanna a 10 anni (destinata però ad essere appesantita). Come si ricorderà l’aggressione a martellate avvenne all’alba del 27 novembre 2012, davanti agli occhi terrorizzati del terzo figlioletto che all’epoca aveva 4 anni. Proprio quella mattina Brigitte Steger aveva appuntamento con un avvocato per avviare le pratiche del divorzio. Il marito l’aveva saputo e quella notte decise di colpire con inaudita crudeltà, massacrando la testa della consorte con un martello da muratore.

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