BOLZANO

Bolzano, Penta sul caso Brancaglion: «Violenza da condannare»

Il commissario: «Ma non posso adottare provvedimenti di natura politica». Chieste le dimissioni del consigliere di Casapound anche dai Verdi e dal Pd


di Alan Conti


BOLZANO. Condanna ferma e senza distinzioni, ma nessuna provvedimento di tipo politico. Il commissario straordinario del Comune di Bolzano Michele Penta, sollecitato dal rappresentante di Sel Guido Margheri, con una nota diffusa ieri, chiarisce la sua posizione in merito al presunto coinvolgimento del consigliere di Circoscrizione di Casapound Davide Brancaglion nel pestaggio di un minorenne. «Ribadisco la mia ferma condanna verso tutte le forme di violenza fisica e morale da qualsiasi parte essa provenga. Una posizione che non ha riserve né distinguo» scrive Penta. Allo stesso modo il commissario chiarische però di non poter intervenire direttamente sul consigliere. «A questa amministrazione straordinaria non si può chiedere di esprimere valutazioni né di adottare atti di natura politica, ma solo di amministrare nel pieno rispetto della legge». Non sarà il Municipio, dunque, a levare la poltrona del consiglio di Quartiere a Brancaglion che, dal canto suo, continua a negarsi incassando la solidarietà del movimento che si autodefinisce come “fascista del terzo millennio”. Mentre Casapound non ha mai condannato apertamente l'atto violento (scaturito, non è ancora chiaro, se da un litigio per alcune scritte sui muri con lo spray o per una suoneria con “Bella ciao”) anche i Verdi e il Partito Democratico prendono posizione. «L’accusa è quella di un’inaudita violenza - scrivono in una nota proprio i Verdi - su un ragazzo minorenne. Ripudiamo e condanniamo fermamente e con veemenza la violenza in tutte le sue forme. Dovessero essere confermate le accuse contro il consigliere di Don Bosco pretendiamo le dimissioni immediate dall’incarico nonchè una adeguata presa di distanza da parte di tutte le istituzioni politiche della città. Un comportamento talmente antidemocratico e violento di un politico eletto non è in alcun modo accettabile». Risoluta è anche Liliana Di Fede che ha commentato il fatto sulla sua pagina Facebook. «Brancaglion deve semplicemente dimettersi subito. Il teppismo e la violenza non possono avere rappresentanti nelle istituzioni democratiche. Bolzano non merita tutto questo».

Cresce, infine, il numero di persone che chiede agli altri consiglieri di Circoscrizione di non sedersi allo stesso tavolo di Brancaglion in occasione della prossima seduta del Quartiere.

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