Bolzano: piazza Walther, vietati i gazebo ai bar

Gli esercenti protestano: «Bisogno di spazi esterni per lavorare d'estate»


Valeria Frangipane


BOLZANO. Non c'è pace per i bar di Piazza Walther che non potranno più avere "box service" esterni, in soldoni i gazebo dove d'estate si preparano cocktail e si serve da mangiare. Il divieto sta in una lettera del vicesindaco Klaus Ladinser ai pubblici esercenti che però sperano nel dietrofront. La doccia freddissima è arrivata in questi giorni. La lettera spedita dall'ufficio licenze del Comune annuncia ai diretti interessati che l'amministrazione non rinnoverà loro l'autorizzazione per l'occupazione di suolo pubblico nel caso in cui compaia il "box service". A margine anche un suggerimento sull'altezza delle fioriere che - a quanto pare di capire - con le piante dentro non dovranno essere più alte di un metro. I locali direttamente coinvolti dalla questione sono il "Walthers'" - che come dice Franco Collesei «ha il gazebo esterno con l'elettricità quando ancora il Municipio andava con l'illuminazione a gas» - ed il "Domino" dei fratelli Claudio ed Alessandro Marchesini. Quelli coinvolti indirettamente rischiano però di essere di più anche perché, nelle ultime settimane, sembra che bancone con spazio esterno superattrezzato per affrontare al meglio l'estate con le sue ondate di turisti accaldati ed esigenti piaccia molto anche al "Loacker Moccaria" ed all'"Aida". E c'è un'altra questione che fa discutere. Se è vero - infatti - che la lettera è stata spedita a tutti i bar ed ai ristoranti che danno su Piazza Walther, sono in molti a chiedersi perché il nuovo imponente gazebo del "Kaiserkron" di piazzetta Mostra, che vanta dimensioni importanti e che modifica penalizzandolo l'insieme architettonico di palazzo Pock, risulti di fatto intoccabile. Marchesini spera che Ladinser ci ripensi: «Otto anni fa abbiamo fatto fare la pedana esterna nuova con l'angolo bar completo. Un progetto che ci è costato 120 mila euro per il quale abbiamo dovuto chiedere la concessione edilizia. Mi aspetto che l'amministrazione non bocci oggi quel che ieri andava bene». Collesei la pensa uguale: «Anche noi abbiamo speso parecchi soldi per sistemare l'esterno e sono decenni che gazebo come questi stanno in piazza senza che nessuno abbia mai detto nulla». I commercianti usano toni pacati «il vicesindaco ieri ha dimostrato di aver capito la questione e di essere disposto a venirci incontro» ma esprimono tutte le loro preoccupazioni. «Sono anni che stiamo qui. E per tutto questo tempo abbiamo sempre occupato lo stesso spazio con sedie, tavolini, ombrelloni, pedane e "box service". Ma in Comune devono sapere che se ci tolgono il bancone esterno ci troveremo costretti ad eliminare parte del personale. Dalle quattro alle sei persone in meno... e chi glielo va a dire alle famiglie in tempi di crisi che tagliamo per colpa dell'amministrazione? E poi se la questione finirà così vicolo Gumer si scorda di intascare da noi 50 mila euro l'anno di Cosap!». Ladinser da parte sua si trova a voler soddisfare due esigenze: da una parte punta ad omogeneizzare gli spazi esterni, a semplificarli, levando orpelli e rendendo la piazza più visibile e godibile, dall'altra però deve riuscire ad andare incontro a chi di bar vive e lavora e che deve far quadrare i conti anche in tempi di crisi. Francesco D'Onofrio dell'"Hotel Città" capisce le legittime aspirazioni del vicesindaco «di abbattere orribili steccati, di creare finalmente delle regole che siano rispettate da tutti anche per restituire la piazza ai cittadini» ma capisce perfettamente anche le esigenze dei colleghi.

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