nuovi poveri

Bolzano: quelli che non si possono più pagare le medicine

Raccolta di medicinali da donare in 10 farmacie. Aumentate del 30% le famiglie bisognose E intanto Volontarius ha allestito un punto distribuzione per i poveri a Firmian


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Un centinaio di volontari, 19 le farmacie di cui 10 a Bolzano (due comunali di piazza Domenicani e Firmian e otto private Mezzena, Europa, Paris, Perini, San Quirino, Gries, San Antonio, Madonna) sono coinvolte nell’operazione di raccolta di farmaci da donare ai più bisognosi che ormai non sono più solo profughi ed immigrati, ma sempre più bolzanini, in particolare anziani e disoccupati. «Chi è costretto a vivere con la minima - dice Francesco Avanzini, responsabile territoriale del Banco Farmaceutico - si trova spesso a dover scegliere tra mangiare o curarsi». L’iniziativa, partita ieri, proseguirà anche nella mattinata di oggi.

Rivolgendosi alle farmacie aderenti ci sarà la possibilità di donare farmaci di fascia C (quelli cioè per i quali non è necessaria la ricetta del medico) e latte in polvere per neonati.

I medicinali saranno distribuiti attraverso gli operatori di Volontarius, Caritas, associazione Santo Stefano di Oltrisarco, Chiesa ordossa rumena e Movimento per la vita.

«Si calcola che anche in Alto Adige - spiega Avanzini - sia aumentato del 30% il numero di coloro che non possono più permettersi di acquistare medicinali. Per questo vogliamo partire al più presto anche con la raccolta di farmaci che le famiglie hanno in casa e non usano più. Nel resto d’Italia si fa da alcuni anni, per noi sarebbe una cosa nuova dettata proprio dall’aumento del bisogno». Lo scorso anno la Giornata di raccolta del farmaco ha consentito di raccogliere 3.400 confezioni, coprendo circa il 60% del fabbisogno delle associazioni coinvolte nella distribuzione dei medicinali.

«Per quanto riguarda poi la distribuzione - dice Avanzini - si procede in questo modo: alla Volontarius, che è dotata di una struttura ad hoc per la conservazione, i farmaci vengono consegnati direttamente: l’associazione provvede poi direttamente a distribuire agli assistiti. Gli altri sodalizi invece consegnano alle persone che si rivolgono a loro dei coupon con cui vanno in farmaci a ritirare i medicinali di cui hanno bisogno».

Volontarius, l'associazione fondata alla fine degli anni Novanta, che gestisce fondi per oltre due milioni e mezzo di euro e ha 60 dipendenti, essendo presente sul territorio con un centinaio di volontari più di altri forse ha il polso della situazione.

«Già un anno fa ci siamo resi conto - spiega il presidente Claude Rotelli - che stava crescendo il numero di coloro che, anche tra le famiglie bolzanine, fanno fatica a curarsi. Di qui la decisione di prendere in affitto dei locali a Firmian: abbiamo due piani dove immagazziniamo i farmaci raccolti dal Banco Farmaceutico e quelli che i cittadini non usano più».

Bolzano: la raccolta dei farmaci per le famiglie che non possono pagarseli

BOLZANO. Un centinaio di volontari, 19 le farmacie di cui 10 a Bolzano (due comunali di piazza Domenicani e Firmian e otto private Mezzena, Europa, Paris, Perini, San Quirino, Gries, San Antonio, Madonna) sono coinvolte nell’operazione di raccolta di farmaci da donare ai più bisognosi che ormai non sono più solo profughi ed immigrati, ma sempre più bolzanini, in particolare anziani e disoccupati. «Chi è costretto a vivere con la minima - dice Francesco Avanzini, responsabile territoriale del Banco Farmaceutico - si trova spesso a dover scegliere tra mangiare o curarsi» (Foto Groppo). L'INIZIATIVA
 

Alla “farmacia” di Firmian della Volontarius si rivolge, per ora, solo il popolo di coloro che vivono ai margini della società - sotto i ponti o al centro profughi - e vengono indirizzati lì dai volontari, magari dopo essere passati per il container-ambulatorio, allestito all’ex caserma Gorio. «L’obiettivo - dice Rotelli - è quello di aprire entro l’anno la farmacia di Firmian ai tanti poveri che abitano a Bolzano e che spesso sono troppo orgogliosi per andare a chiedere un aiuto per comprarsi quel determinato farmaco. Ci sono medicinali di uso comune che il servizio nazionale non passa più».













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