Bolzano: tornati i giovani del Treno della Memoria

Ragazzi colpiti da ciò che la crudeltà umana ha potuto fare: "Esperienza che segna"



BOLZANO. La voglia di sorridere, quella c'era sempre, perchè è difficile togliere la voglia di allegria a un giovane. Ma era forse un sorriso un po' velato, perchè anche se certe cose le hai lette, le hai sentite raccontare, le hai viste in fotografia, quando poi le vedi davvero, quelle cose, e anche se hai attorno cento coetanei sei circondato solo dal silenzio della morte, quando le vedi e le senti, quelle cose, il sorriso un po' te lo velano. Il sorriso, è quello del centinaio di ragazzi altoatesini rientrati ieri, alle 13 in stazione a Bolzano, sul "Treno della memoria", il convoglio partito il 27 gennaio e che ha portato gli studenti biancorossi, insieme a colleghi - coetanei delle superiori del Trentino e del Veneto, in visita agli ex campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau, in Polonia, come chiusura di un progetto di approfondimento sul dramma del nazifascismo e della Shoah.  La classica telefonata a casa («Sono arrivato!») appena fuori dalla stazione, poi il commento su ciò che ha significato per loro il viaggio, e soprattutto la visita al lager di Auschwitz, era una voce unica.  «E' stato un momento di profonda riflessione - hanno commentato ragazzi e ragazze - dove abbiamo avuto la fredda, gelida sensazione di quello che la crudeltà dell'uomo è stata capace di causare. Indubbiamente questo è un viaggio che ti segna in modo particolare, ed è stata positiva anche l'attività di rielaborazione a gruppi, effettuata dopo la visita ai campi di sterminio».

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