Bomba, la missione è compiuta 

Oltre due ore con il fiato sospeso. Alle 9.22 la sirena che ha annunciato l’inizio delle operazioni di disinnesco da parte degli artificieri del 2° reggimento guastatori alpini. Alle 11.43, il secondo squillo ha avvisato i bolzanini delle zone rossa e gialla che il pericolo era finito


paolo tagliente


Bolzano. Inoffensiva. A distanza di oltre 75 anni dal suo arrivo a Bolzano, ieri mattina, la grossa bomba d’aereo AN-M 64 ritrovata nei giorni scorsi, a ponte Loreto, è stata resa finalmente inoffensiva. E nel pomeriggio, dopo aver imposto l’evacuazione di quasi 4 mila persone e costretto in casa altri 61 mila bolzanini, ha lasciato la città, scortata come una personalità da mezzi militari e polizia, è stata accompagnata fino a Varna e fatta esplodere in una discarica.

Questo sarebbe, in estrema sintesi, il riassunto della giornata di ieri, nel capoluogo altoatesino. “Sarebbe” perché, in realtà, c’è molto altro da raccontare su quanto accaduto nella singolare domenica dei Bolzanini. L’operazione “Zentrum”, infatti, è iniziata quando era ancora notte, molte ore prima che la sirena, alle 9.22 (con un po’ di ritardo rispetto al previsto, ma è stato necessario gestire alcune emergenze di tipo sanitario che nulla avevano a che fare con il disinnesco), avvisasse la popolazione dell’inizio delle operazioni di disinnesco dell’ordigno bellico, riportato alla luce una decina di giorni fa durante i lavori di scavo per il nuovo collettore fognario. L’evacuazione dei residenti della Zona Rossa, infatti, è iniziata prima dell’alba e i primi ad andarsene sono stati i 153 ospiti delle due case di riposo - 88 anziani a Villa Armonia e 65 alla San Vincenzo – presenti all’interno dell’area delimitata da un raggio di 500 metri dall’ordigno. Al lavoro, un centinaio di volontari della Croce Bianca con 34 mezzi. È stato solo l’inizio di un’operazione imponente e tutt’altro che semplice, coordinata dalla sala operativa della Protezione Civile, nella caserma del corpo permanente dei vigili del fuoco di viale Druso, dove si è costituito il Centro Operativo Misto (COM) formato dai responsabili degli organismi dello Stato, di enti locali e di forze dell’ordine. La sala comanda di un piccolo esercito formato dalle 607 le persone impegnate in rappresentanza di ventuno enti, organismi, associazioni, e uffici pubblici. Circa 200, invece, le persone che hanno scelto di trascorrere le ore necessarie alle operazioni al Palaresia, dove sono stati accolti dai volontari della Croce Rossa e dagli alpini. Tutto è durato poco più di due ore e, alle 11.43, la sirena ha annunciato alla città che l’emergenza era finita, che la bomba non rappresentava più un pericolo. «La città – ha commentato il sindaco Renzo Caramaschi al termine del disinnesco – ha risposto con grande senso civico e di responsabilità a questa impegnativa mattinata. Fermare il capoluogo non è stata impresa facile, ma con la collaborazione di tutti, siamo riusciti a liberarci dell’ordigno. Tutto si è svolto con ordine e la comunità ha risposto in maniera molto disciplinata. Un grazie ai cittadini, alle forze dell’ordine, agli enti e alle associazioni intervenuti, ai volontari. Un grazie particolare agli artificieri che hanno dimostrato ancora una volta la loro grandissima professionalità. La nostra protezione civile ha dimostrato che, con l’impegno di tutti, si può riuscire a realizzare un’operazione di questo tipo in brevissimo tempo. Tutti hanno messo in campo l'impegno che serviva ed il risultato è stato all'altezza delle nostre aspettative».













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