Edilizia

Bonus, corsa contro il tempo: «Imprese a rischio chiusura»

Il finanziamento al 110% scade a fine anno. Mussak e Corrarati: «Senza una proroga c’è chi non sopravvivrà»


Sara Martinello


BOLZANO.  Ormai finire i cantieri del superbonus è una corsa contro il tempo. Si lavora di domenica, chi può si attrezza per le temperature più rigide. Il finanziamento al 110% scadrà il 31 dicembre: poi i cordoni della borsa si stringeranno. Significa che senza una proroga nella legge di bilancio dello Stato, le imprese in ritardo con i lavori potrebbero finire stritolate. Oppure pagheranno un conto salato i condòmini, se i lavori dovessero protrarsi nel 2024, producendo un'impennata dei costi preventivati. Perciò nel settore tutti stanno facendo pressioni, a Roma, affinché il governo metta i fondi per ultimare i cantieri già avviati.

Condòmini preoccupati

A Bolzano, i cantieri sono decine. Parecchi stanno andando a più non posso, compatibilmente con le misure sulla sicurezza dei lavoratori e le garanzie di qualità dell'opera. Non va per il sottile, Marco Lombardozzi (Anaci): «È una bomba sociale a orologeria», dice, e si riferisce ai rischi per le ditte, per i lavoratori e per i condòmini che magari non dispongono di somme superiori a quelle preventivate. Tra gli imprenditori, c'è chi si dice sicuro di poter rispettare i tempi, ma pure chi lamenta ritardi dovuti al maltempo. Il presidente degli amministratori di condominio prosegue: «Dipenderà dal contratto. In alcuni casi è previsto che l'impresa si faccia carico della differenza tra il 110 e il 70%. Altrimenti, potrebbe toccare ai proprietari. Potrebbero scaturire contenziosi». Riferisce delle e-mail quotidiane, delle preoccupazioni dei condòmini, quelle dei professionisti che cercano di stimolare la rapidità dei cantieri, «una fatica che dura da tre anni». Gli interrogativi si moltiplicano. Saranno fatti bene, quei lavori residui oltre la scadenza del superbonus? E le clausole reggeranno, alla prova dei fatti? Lombardozzi conclude amaro: «Il 110% sembrava una grande occasione per tutto il Paese, invece si è trasformato in un monte di preoccupazioni che tiene tutti sulla corda. Noi stiamo facendo pressioni per una proroga e perché i cantieri in essere siano conclusi. La speranza è che il governo voglia inserire una proroga all'ultimo, per evitare che nel frattempo si aprano nuovi cantieri».

Le pressioni delle imprese

È forte la pressione sul governo in direzione di una proroga. La richiede la Cna, così come Confartigianato, la categoria dell'Apa. Il vicepresidente Apa Hannes Mussak si unisce all'appello dell'intera filiera dell'edilizia, sindacati compresi. «Abbiamo riferito le esigenze delle imprese a Confartigianato, che ha già depositato la richiesta di una proroga», spiega, «Consideriamo anche le aziende artigiane più piccole, per le quali sarebbe impossibile accollarsi costi elevati». Claudio Corrarati (Cna) segnala «imprese che rischiano la chiusura, non solo la crisi di liquidità». Almeno una azienda altoatesina ha già sospeso l'attività e ceduto i crediti (con le relative difficoltà, perché da un paio d'anni a questa parte non li compra più nessuno, se non a prezzo stracciato). Secondo il presidente di Cna, «La prospettiva potrebbe essere un calo delle lavorazioni e un forte rallentamento. Diverse aziende hanno investito molto, negli ultimi 12-18 mesi, in funzione di una campagna pluriennale. Non si può lasciare per strada chi è stato obbligato dal sistema Paese a prendersi un credito d'imposta».













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