Braies, caos parcheggi sul set di Terence Hill

Assalto ai luoghi della fiction: i mille posti auto non bastano


di Antonella Mattioli


LAGO DI BRAIES. C’è chi si fa il selfie da mandare alle amiche che non si perdono una puntata di “Un passo dal cielo”; chi si fa immortalare per poter far morire d’invidia le colleghe di lavoro tutte innamorate di Terence Hill; chi fotografa il bambino per mandare in tempo reale lo scatto a casa alla nonna che “ci tiene tanto”. Quel che è certo è che bisogna mettersi in fila già di buon mattino, se si vuole farsi fotografare o farsi un selfie vicino alla casetta in legno, dove troneggia il poster del film “Un passo dal cielo” con Terence Hill nei panni di Pietro Thiene, guardia forestale di San Candido. Potere della fiction che ha fatto scoprire anche al grande pubblico quel gioiellino che è la valle di Braies, alle porte di Dobbiaco.

Il lago dal colore blu intenso dove si specchia la Croda del Becco, immerso nel parco naturale di Fanes-Sennes-Braies, patrimonio dell’Unesco, è conosciuto da sempre per la sua bellezza dagli appassionati di montagna, ma da tre anni, ovvero da quando lì, nella piccola laterale della Val Pusteria, si è cominciato a girare la serie televisiva, quell’angolo di paradiso è entrato nelle case di tutti gli italiani.

Esattamente ciò che vuole la Provincia che attraverso la Bls (Business location Alto Adige) finanzia le produzioni cinematografiche in Alto Adige anche con lo scopo di avere un forte ritorno d’immagine a livello turistico.

Per quanto riguarda “Un passo dal cielo” l’obiettivo è stato centrato. Anzi, si è andati al di là delle più ottimistiche previsioni e oggi, dopo la terza serie (gli appassionati sperano nella quarta e intanto si accontentano delle repliche, ndr) ci si trova a dover gestire l’assalto turistico al lago di Braies - si parla di circa 600 mila persone l’anno - diventato set cinematografico.

Bisogna saper cogliere l’opportunità, ma anche amministrare in maniera intelligente la fama e salvaguardare l’ambiente. Un’impresa tutt’altro che facile che impone il coinvolgimento oltre che degli operatori turistici e del Comune, anche e soprattutto della Provincia visto che stiamo parlando di una zona che rientra nel patrimonio dell’Unesco.

I parcheggi. Il problema grosso da risolvere è quello dei parcheggi. Ieri, nonostante il cielo grigio che prometteva pioggua, alle 9 c’era già la colonna di macchine, moto, pullman e camper.

«Ma oggi - dicono gli addetti ai parcheggi - a causa del tempo la situazione è ancora tranquilla: ci sono giorni in cui è l’inferno e si formano code di 7-8 chilometri».

I parcheggi sono tre: uno intorno allo storico hotel Lago di Braies di proprietà della famiglia Heiss quindi a due passi dallo specchio d’acqua, dove si pagano 6 euro al giorno; qualche centinaio di metri prima ce n’è un altro di proprietà di un contadino e, a poca distanza, un terzo piazzale del Comune, dato in gestione ad un privato: in entrambi il costo giornaliero è di 5 euro. In tutto sono mille posti, ma si è calcolato che le auto che arrivano lassù siano 3.000 -3.500 al giorno. «Ciò spiega - dice Bruno Heiss, fratello di Caroline che gestisce l’hotel - perché nelle giornate di punta già alle 10 si riempiono».

E quello che succede dopo, nonostante l’impegno dei carabinieri ad informare i turisti e a convincerli a lasciare l’auto nel parcheggio di interscambio, è il caos: «Io - racconta Lucia che venerdì ha macinato alcune centinaia di chilometri per mostrare ai parenti arrivati dalla Sicilia il Lago di Braies - sono arrivata in località Ferrara (all’ingresso della valle) alle 10.30 e ho visto che il parcheggio di interscambio auto-bus era pieno, quindi sono andava avanti ma mi sono trovata bloccata in colonna. Non si andava né avanti né indietro. Un incubo. Alla fine sono riuscita a girarmi e scendere a valle, senza purtroppo poter vedere il lago. Non si potrebbe mettere dei bus navetta?»

Attualmente c’è un servizio di bus, che però è quello di linea: ciò significa che nelle giornate clou, che in una stagione come questa sono state tante, non si riesce neppure a salire.

«Detta così, istituire un bus-navetta sembrerebbe la cosa più facile - ammette Heiss - ma in realtà le cose sono più complesse perché in valle ci sono case private, alberghi, pensioncine: non si può bloccare la strada».

L’assalto turistico. «Io - spiega Sergio De Carli - da quatto anni faccio il parcehggiatore qui, ma tante macchine come quest’anno non le ho mai viste. Ci sarà un 30-40% in più». Il motivo? «Anche una certa ripresa economica - dice Stefano Fiorini che guida un gruppo di turisti di Ancona, habitué delle vacanze in Alto Adige - oltre al fatto che queste sono da sempre zone di forte richiamo». Fiorini è arrivato al lago col pullman poco prima delle 9: «Il programma prevede breve passeggiata e visita ai luoghi della fiction. Questa in particolare a grandissima richiesta: del resto non mi stupisce, anche mia moglie non si perde una puntata».

Pure Marzia Agostinelli e Mauro Barontini, in vacanza a Kartitsch in Austria, hanno fatto un salto nella valle di Braies per vedere da vicino la piccola costruzione in legno sul lago dove sono state girate molte scene della serie con Terence Hill e dove Bruno Heiss, nella vita di tutti i giorni, noleggia le barche in legno (17 euro all’ora). Si fanno la foto davanti al grande manifesto da mandare alla mamma (78 anni) e alla figlia (24 anni). «Adesso capisce il perché del successo di questa serie - dice Marzia -: piace un po’ a tutte le età». Sul pontile che porta alla casetta è un continuo viavai: c’è anche un gruppetto di amiche salertinate, Maria Rosaria Pisani, Luciana Falzone, Rosanna Tedesco, in vacanza in Alta Val Pusteria, che non si sono perse neppure una puntata. «Io - confessa Maria Rosaria - ho conosciuto queste montagne grazie alla fiction. La prima volta che sono arrivata quassù mi sono emozionata».













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