Bunker H, i graffiti si possono vedere in una mostra online 

Il rifugio di via Fago. Le opere realizzate nel settembre scorso sono diventate un video su YouTube in attesa che possano riprendere le visite


LUCA DEMARCHI


Bolzano. Non tutti sono a conoscenza dell’esistenza del rifugio antiaereo di via Fago, costruito tra il 1943 e il 1944, riservato all’uso esclusivo dell’esercito tedesco. Si snoda nelle viscere della montagna, formato da un labirinto in tunnel con gallerie, passaggi e sale per una superficie di settemila metri quadrati. Dal 2013 è gestito dalla cooperativa Talia che, dopo averlo predisposto per i visitatori, ci organizza visite guidate, concerti, spettacoli teatrali e mostre. Attività che sono fondamentali per la custodia della nostra memoria storica, come spiega Gino Bombonato, presidente di Talia: «Più ci avviciniamo a noi e più la memoria diventa emotiva, fino al punto che se intervistiamo una persona anziana, ecco che oltre al dato storico, viviamo un dato emotivo che non troveremmo in altri modi».

L’ultima iniziativa promossa dalla cooperativa è “Bunker Walls”. Dodici artisti, nel settembre scorso, nella pausa concessa dal covid tra un lockdown e l’altro, hanno adottato ciascuno una piccola zona del bunker e un mito del mondo classico. I loro murales parlano di memoria, di oblio, di luci e ombre. Martino Bombonato è il responsabile del progetto culturale insieme a Daniel von Johnston. «Il nostro obiettivo principale è raccontare la storia lasciando perdere le ideologie e utilizzando il linguaggio dei murales. Vogliamo così attirare l’attenzione non solo degli adulti e degli anziani, ma anche delle nuove generazioni: abbiamo sempre cercato di coinvolgere le scuole, dalle elementari alle superiori». Le opere degli street artist e gli artisti stessi al lavoro sono ora visibili in un timelapse anche su YouTube cercando “Bunker Walls – Street art inside the cave”. Un modo per permettere a tutti di accedere all’esperienza creativa dentro al caverna, anche quando le restrizione della pandemia non lo permettono,

Per realizzare il progetto “Bunker Walls” la cooperativa Talia si è per questo avvalsa della collaborazione del Gruppo Volontarius, da anni in prima linea per quanto riguarda la street art, con il particolare supporto di ZeitRoom, giovane museo virtuale realizzato in collaborazione con la cooperativa Piano B e il Comune di Bolzano, e la bottega di cultura Cooltour dell’associazione La Strada – Der Weg.

Gli artisti che hanno partecipato al progetto sono Rick, Sanue, Odd, 2RXST, Oakmood, Von K. e Maur-one di Bolzano, Mrfijodor di Torino, Psiko di Ferrara, Dr.W Deboyo, Dem125 e Z Stone di Verona. Tutti sono partiti dall’idea di dualità.

Riccardo Rizzo, in arte Rick, ha portato nel bunker la figura mitologica di Tacita. «Mi ha fatto pensare molto l’abbinamento che i greci hanno fatto tra il silenzio, o l’impossibilità di raccontarsi, e la morte. Se tu non puoi dire la verità su te stesso, sei morto, non esisti» racconta Rizzo in un'intervista del museo virtuale ZeitRoom. Paolo Garola, in arte Psiko, si è sentito toccato personalmente dalla storia del bunker: «Mio nonno fu internato in un campo di lavoro a Francoforte e tornò a casa zoppo e senza un dito. Quando sono entrato nel bunker costruito dai nazisti, il primo pensiero l’ho rivolto a lui».

Come detto, le opere sono ora visibili in un timelapse anche su YouTube digitando “Bunker Walls – Street art inside the cave”. Ma, come emerge dai commenti del video, ancora più emozionante è vedere le opere dal vivo: la cooperativa Talia - quando la pandemia lo renderà possibile - riprenderà le visite guidate su prenotazione e nel rispetto delle norme di sicurezza.

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