urbanistica

C’è il progetto per piazza Gries. «Via i parcheggi e più verde» 

L’architetto Calas: «L’amministrazione mi ha chiesto un’idea: oggi quello spazio è un non luogo». Le auto andrebbero sul retro e al loro posto panchine e aree di incontro. Ma dal Comune ancora un rinvio 



BOLZANO. Dopo piazza Matteotti, ancora lì in attesa di nuova vita, e piazza Mazzini, riapparsa a metà, c’è un’altra piazza del nostro scontento: Gries.

Lo è da tempo immemorabile. Un imbuto dove piovono le auto da via Vittorio Veneto, la tangenziale “impropria” visto che raccoglie gran parte del traffico pendolare dall’Oltradige e quello dall’ospedale, e da corso Libertà.

Oggi è semplicemente una rotonda.

Così, da tempo non ancora immemorabile, si è pensato di farne qualcos’altro.

Tanto che in Comune hanno chiesto a un architetto, David Calas, di inventarsi qualcosa per ridarle un minimo di dignità. Magari anche di identità. Il progetto è dunque riapparso. E finalmente si vede come i due snodi su cui poggia questa possibile riqualificazione siano due: uno davanti all’hotel Posta e l’altro verso l’ex Abramo e il centro civico.

La prima situazione è quella decisiva. Ora è invasa dalle auto, tanto che la stessa fermata del bus che arriva da San Maurizio deve far inerpicare i propri utenti tra passaggi pedonali e parcheggi a cielo aperto.

«L’idea guida - spiega Calas, molto impegnato in questi mesi anche nei progetti di riconversione sociale dell’Areale ferroviario verso i Piani - è di liberarla per poter restituire ai cittadini almeno un’idea di piazza, un luogo in cui sia possibile sedersi su una panchina, starsene sotto il verde, ammirare la facciata della parrocchiale e immaginare quello spazio come punto di socializzazione del rione».

Lo stesso assessore Stefano Fattor che a suo tempo aveva sollecitato un intervento in quel settore l’aveva definita: “piazza non piazza”. Nel senso che la si chiama così, nella odonomastica urbana, ma così non è.

Dove andrebbero le auto? «C’è in progetto un accordo tra il Comune e la proprietà dell’albergo - spiega Calas - attraverso cui sarà possibile spostare sul retro le auto che oggi sono sul fronte della piazza».

Dunque, una soluzione non impossibile. Si tratta in ogni caso di un deciso cambio di prospettiva, tra l’altro molto sollecitato dal quartiere in innumerevoli circostanze: «Oggi infatti, guardando piazza Gries - commenta l’architetto - una cosa risulta evidente: il dominio del traffico automobilistico. Poi, i troppi parcheggi sul piano di transito dei pedoni e il grande rumore hanno trasformato questo in un non-luogo». Quanto di peggio esista in urbanistica. Un posto da dove si scappa il più in fretta possibile. Pur trovandosi in un quadrante tra i più ricchi di storia. «Per costruire questa idea - conferma Calas - mi sono confrontato non solo col Comune ma anche con gli storici, uno su tutti Hannes Obermair, col quale si è stesa una geografia del passato della piazza e delle sue confessioni». Partendo dal nome: Gries. Che in tedesco rimanda a un concetto che è una via di mezzo tra ghiaia, sabbia, palude, margine di un fiume. Così che anche il materiale suggerito per la nuova pavimentazione riprende quella possibile capacità assorbente. Certo, poche piazze a Bolzano possono lamentare questa decadenza urbana. Nelle fotografie storiche del XX secolo appaiono negozi, locande, edifici commerciali pronti ad accogliere i flussi dei pedoni.

«Ora invece la qualità dello spazio pubblico è decisamente peggiorata per cui risulta necessaria la riqualificazione di una piazza così importante nel tessuto urbano ma anche rurale», conclude l’architetto. A proposito: le vigne e dunque, il passato rurale è stato conservato, oltre il muro del convento e anche l’altrove, verso via Mayr Nusser, è la piazza che è scomparsa.

Già lo scorso anno Fattor aveva sollecitato l’idea riqualificativa e pareva che la giunta potesse recepirne un possibile percorso attuativo. Niente, tutto è finito nei cassetti. Fino all’altra sera, quando il progetto è riapparso e lo ha fatto finalmente in pubblico, in una assemblea di quartiere. Reazioni dei cittadini? Una sola: «Realizzatelo!». P.CA.

 













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