Caldo, smog, uragani L’emergenza clima cambia Bolzano 

L’analisi. Gli esperti: il 2019 è stato l’anno peggiore in città da quando si registrano i dati L’aumento delle temperature causa temporali devastanti, tropicalizzazione e frane intorno alla conca. «Se non si interviene sulle fonti inquinanti, scenario devastante in pochi anni»


Paolo Campostrini


Bolzano. Che non ci siano più le stagioni di una volta lo sappiamo. È quello che si dice “una percezione”. Ma il problema è che, a differenza di altre percezioni molto più diffuse e fuorvianti, questa volta è anche una realtà. Ad esempio: a Bolzano ci sono state troppe “notti tropicali”. Sono quelle notti in cui si superano i 20 gradi. Almeno 19 quest'anno. Sono troppe. Dati rivelati giusto ieri. «Annus horribilis» il 2019: il più caldo, il più piovoso, il più inquinato. E Bolzano, che è un isola solo per la politica, ci è finito dentro in pieno. Elenca Emanuele Sascor che è a capo dell'ufficio energia del Comune: «Ci sono state più frane sui pendii e fino in città, più temporali, più colate, più picchi di calore. E grandine. Ma di una intensità e grandezza mai viste». E non è finita: «Aspettiamoci innalzamenti di temperature di almeno 4/5 gradi in estate e di 3/4 gradi in inverno da qui ai prossimi decenni».

Profezie di sventura? «Più che profezie, previsioni» sillaba Luca Mercalli. Lui è il nostro Greta. Solo che queste cose, a differenza della ragazza svedese, le dice da quando ha iniziato a studiare il clima. Da anni e anni. Molto inascoltato. E adesso che è presidente della società meteorologica italiana non guarda più in faccia nessuno per convincerci che quello che sta accadendo non è che l'inizio. E a proposito di Bolzano dice: «So che qui i negozi tengono le porte aperte d'inverno. Ecco: usate i social, invadete le mail per iniziare il boicottaggio di questi negozi in cui le commesse tengono le caldaie a mille e poi disperdono il calore nell'aria. Se non si inizia a chiudere le porte e a spegnere le luci, addio...». Mercalli è stata la star, ieri all’Università. Ma il convegno che ha concluso, dal titolo «Emergenza climatica: cosa succede in Alto Adige», ha posto tutti, chi più chi meno, di fronte alle proprie responsabilità. Altroché tempesta Vaia che ha devastato e sradicato boschi e pendii: aspettiamoci di peggio.

Le temperature in aumento

E Bolzano? «Abbiamo registrato dai 3 ai 4 gradi in più rispetto alle campagne intorno - elenca freddamente Sascor - e le stesse variazioni, in crescita, sono state presenti anche in zone specifiche, in certi quartieri invece che in altri». Appena si intensifica il traffico oppure esiste una maggiore presenza di asfaltature il termometro sale. Ecco il senso delle rilevazioni sui grandi assi di collegamento urbano. Perché c'è una conseguenza diretta tra emissioni e riscaldamento, tra co2 (e azoto) e aumento delle temperature che, a loro volta, accentuano l'estremizzazione dei fenomeni atmosferici. Ma noi, con la nostra (spesso presunta) sensibilità ambientale, CasaClima e tutto il resto? «Beh, non starei tranquillo - ammette Andrea Gasparella docente di Unibz alla facoltà di Scienze - perché se pur aumentano le opportunità tecnologiche legate al risparmio energetico, non diminuiscono i consumi». E confida: «Questa è stata la vera rivelazione dei nostri studi».

L’inquinamento.

In pratica: se io ho una abitazione a risparmio energetico c'è una buona probabilità che mi senta libero di scaldare di più. Se ho un'auto a basse emissioni che faccio? Spesso più chilometri. Ecco il circolo vizioso. Dunque la tecnologia serve ma servono cervelli che cambiano idea in fretta. Dovremo viaggiare meno, consumare meno, scaldare meno. O non più che qualche decennio fa quando pur non si moriva di fame o di freddo. «Vi sto facendo l'anatomia di una catastrofe» ha avvertito a sua volta Norbert Lantschner, presidente della fondazione Climabita: «I divieti agli euro 3 a Bolzano? Poca cosa. Serve far sparire e in fretta la mobilità fossile. L'edilizia fornisce un terzo della Co2, l'altro le auto, altro ancora i nostri comportamenti. I divieti devono essere duri per essere educativi». E aggiunge, a proposito delle nuove tecnologie eco: sono buone ma non dobbiamo usarle “in aggiunta” alle altre, ma tagliando quelle vecchie. Altrimenti sarebbe come immettere nella dieta pane integrale, latte magro e verdure ma continuare, a cena, a cibarsi di stinco di maiale e fettuccine al cinghiale. Perché, pur così facendo e parzialmente ecologizzando, il riscaldamento aumenta comunque. In 200mila anni ha toccato, a volte, picchi che sono cento volte inferiori a quelli che stiamo toccando da quando si è aperta l'era industriale. E da allora, quelli degli ultimi cinque anni sono da far accapponare la pelle. Il problema non è che la temperatura sale: è che sale terribilmente in fretta.

Le misure da prendere

E che fa Bolzano, per la sua parte? «Insistiamo quotidianamente sul risparmio energetico, sull'uso di energia pulita e sui mezzi pubblici e eco - ha detto, in apertura , il sindaco - anche se poi perdiamo il referendum sul tram elettrico o subiamo le proteste delle categorie anche solo per vietare gli euro 3. Ma la nostra priorità continuerà ad essere la lotta al traffico pendolare, l'uso di bus sempre più a emissioni zero e la mobilità pubblica». E se non basta? «Ho nel cassetto i ticket d'ingresso» rivela Caramaschi. Attenzione. Mentre Marialaura Lorenzini mostra di voler spingere su aree sempre più verdi e anche sui tetti pieni di piante.

Le future migrazioni

Misure benedette anche da Mercalli. Il quale ci avverte pure: «State attenti a sentirvi esclusi, quassù, da fenomeni come l'acqua alta a Venezia o le spiagge che si assottigliano. Se continua così, tra neppure una generazione, assisteremo a migrazioni di centinaia di migliaia di italiani da Venezia e da Rovigo verso le Alpi e gli Appennini». E quelli, sorride amaro, saranno migranti dotati di passaporto della Repubblica. Perché il clima che cambia, se non lo si ferma, porterà non solo caldo ma anche conflitti.













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