Calissoni: «No alla caccia nel biotopo di Caldaro»

«Fatto eccezionale l’avvistamento di una Poiana calzata»


di Antonella Mattioli


CALDARO. Luca Piccolroaz, caldarese, l'altro giorno ha immortalato una Poiana calzata nel biotopo del lago di Caldaro (la foto l'abbiamo pubblicata sull'edizione di ieri dell'Alto Adige, ndr), una vera rarità in Italia dal momento che è un rapace che vive nel nord Europa. Il 17 dicembre, sempre a Caldaro, l'ornitologo Mattia Altieri di Dolomiti Bird Watching ha avvistato due cigni selvatici (Cygnus cygnus) atterrati nella parte meridionale del lago (quella adiacente al biotopo) che, dopo aver rapidamente esplorato la zona, si sono fermati a riposare. Passata la perturbazione di quei giorni, i cigni hanno ripreso il lungo viaggio verso sud.

Dottor Calissoni (responsabile del Centro recupero avifauna, ndr) questi avvistamenti si devono considerare eccezionali?

«Non sono eccezionali per quanto riguarda i cigni selvatici, mentre lo è sicuramente per la Poiana calzata. È un rapace che, al contrario della poiana comune, da noi si avvista molto raramente. Anche perché da quanto mi risulta la sua rotta migratoria è più verso ovest, verso i Balcani per intenderci. Forse ci sono state delle perturbazioni che hanno costretto l’esemplare, avvistato a Caldaro, a cambiare rotta».

Cosa sappiamo delle rotte migratorie?

«Sappiamo che gli uccelli seguono il magnetismo terrestre, ma in generale sappiamo ancora molto poco».

Il biotopo del lago di Caldaro che importanza ha?

«Strategica. È una tappa obbligatoria prima e dopo l’attraversamento delle Alpi. Non a caso è stato inserito nella Convenzione di Ramsar».

Esattamente di cosa si tratta?

«La Convenzione è stata siglata nel 1971 da un gruppo di Paesi, istituzioni scientifiche e organizzazioni internazionali. Comprende una serie di zone umide di importanza internazionale, soprattutto come habitat degli uccelli acquatici».

Vista l’importanza, attribuita a livello scientifico al biotopo, ritiene che sia sufficientemente rispettato?

«Dai cittadini in genere direi di sì e anche dalla Provincia che lo cura con continuità. Il problema è un altro».

Ovvero?

«La Provincia potrebbe anche lasciare il biotopo così com’è senza bisogno di particolari interventi, ma dovrebbe fare quello che fanno in tutti i Paesi civili: vietare la caccia».

Perché nel biotopo è consentita la caccia?

«È assurdo, ma è così. È ammessa la caccia di selezione agli ungulati. Una pura follia. Io ovviamente sono contrario alla caccia in genere e ancora di più all’interno di un biotopo dove gli uccelli, che arrivano stremati dai lunghi viaggi da Nord e da Sud, si fermano per rifocillarsi e riposare. Del resto qualcosa di simile succede anche nel biotopo di Palù della Volpe ad Andriano».

Anche lì si può sparare?

«Lì hanno piazzato un’altana proprio sul confine del biotopo. La giustificazione ufficiale è che sparano dalla parte opposta. Mi sembra difficile da credere e infastidisce comunque gli uccelli».

Al Centro recupero avifauna che animali avete in questo momento?

«Un astore e un allocco, arrivati da noi feriti, che abbiamo curato e ci prepariamo a liberare».

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