viabilità

Caos traffico a Bolzano, la ricetta Fattor: «Chiudere gli accessi in entrata»

L’assessore comunale alla viabilità annuncia di voler proporre un nuovo piano traffico su due anni: «Se già oggi a Bolzano la situazione è problematica, in futuro rischia di diventare ingestibile»



BOLZANO. «Il totale collasso della viabilità cittadina verificatosi alcuni giorni fa non è più un’eccezione, quanto piuttosto il sintomo di una grave patologia cronica».

Lo sostiene l’assessore comunale alla viabilità, Stefano Fattor, che dice: «Bene le misure strutturali, ma occorreranno non dico quindici anni ma quasi. Non possiamo stare fermi ad attendere le infrastrutture. Per questo, ho intenzione di proporre un nuovo Piano del traffico, con orizzonte temporale un paio di anni. Nei casi in cui sul capoluogo si addenseranno troppe auto, occorrerà prevedere la chiusura della città in entrata, con un unico corridoio di scorrimento».

L’altro giorno, uno dei punti caldi, come d’altronde quasi sempre al mattino, è stato il semaforo di via Einstein, all’uscita dalla galleria di Laives. Numerose le segnalazioni giunte al riguardo in redazione. Solo uno dei punti dolenti. Come pure l’intasamento al limite del credibile in zona stazione.

Risponde Fattor: «Un tempo in via Einstein - la quale voglio ricordare è in territorio di competenza provinciale, in quanto zona produttiva - c’era una rotonda e spesso si creavano code di due chilometri. Si sono investiti moltissimi soldi per un semaforo chiamiamolo intelligente, in grado di eliminare il 70% delle code. A quanto mi consta al momento non abbiamo riscontrato particolari disagi, ma prendo atto delle segnalazioni. Cercherò di chiarire».

Anche in sede di incontro con l’amministrazione provinciale. «È in calendario una riunione con la Provincia, perché dobbiamo iniziare a ragionare su una serie di strategie da mettere in campo da qui più o meno ai prossimi quindici anni, perché dovremo essere pronti quando inizieranno i grandi cantieri. Nel 2024, solo per fare un esempio, si partirà con via Einstein». E «se già oggi a Bolzano la situazione del traffico è problematica poi rischia di diventare ingestibile». Sarebbe così «se tutti i cantieri fossero avviati assieme e non ci fosse una regia, un coordinamento».

Ci sono di mezzo la rettifica di via Einstein, i due tunnel del Virgolo, ferroviario e stradale. «Alla fine di questo mese il gruppo di progettisti che ha vinto la gara di progettazione per il rifacimento della viabilità in zona produttiva consegnerà le proprie proposte: allargamento della strada arginale più una serie di interventi di razionalizzazione del traffico in zona produttiva, il che significherà sicuramente interventi in alcuni casi molto pesanti. Tra questi anche la nuova linea Metrobus da Laives, che garantirà una corsa ogni quattro minuti». Il gruppo sta lavorando alacremente. «Si trovano ogni mercoledì da un anno e mezzo», chiarisce Fattor. «Perché le questioni sono terribilmente complesse e non è come sto vedendo in questi giorni sui social: insulti, banalizzazioni. Chi pensa che per risolvere il problema traffico a Bolzano basti la bacchetta magica...»

I problemi, prosegue l’assessore, «sono giganteschi, a partire dall’A22». Anche gli ingorghi dell’altro giorno, incredibili come ammette lo stesso Fattor, «da cosa sono stati originati? Due incidenti in A22, che hanno portato a uscire dall’autostrada centinaia di auto: hanno cercato di bypassare gli incidenti passando in città, bloccandola. Questi problemi non si possono risolvere a livello locale, ci sono tanti soggetti da coinvolgere».

Fattor però non esclude soluzioni drastiche. «Questa situazione non è più un’eccezione, un evento occasionale, ma una malattia cronica». L’assessore ha intenzione di presentare, prima in commissione e poi in consiglio, un nuovo Put.

«Al contrario del Pums, che identifica una strategia sulle infrastrutture a dieci anni, il Piano urbano del traffico è a breve, sui flussi, a due anni. L’ultimo è stato elaborato nel 2014. Ce ne siamo saltati almeno quattro».

Nel Piano urbano del traffico Fattor proverà a prevedere un piano di chiusura della città. «È l’unica cosa da fare per tutelare l’interno quando succedono certe cose. Non possiamo ritrovarci in queste condizioni, in cui tutta la città resta completamente intasata, bloccata per ore». Serve un piano radicale. «In questi casi isoli la città e lasci aperto un corridoio, solo uno. È un sacrificio, ma così lasci la possibilità a tutta la città di muoversi». Finché «non saranno pronte le infrastrutture, non esistono altre strategie. Ma ci vorranno quindici anni. Nel frattempo non possiamo morire».

Non si tratterà «di un provvedimento banale: si dovrà lavorare su più fronti in maniera coordinata con Provincia, Sasa, Sta, A22 e Comune». La questione verrà portata in commissione e in consiglio e Fattor è conscio che ci saranno pressioni da parte di chi questa cosa non la vuole, da parte di alcune categorie economiche. «D’altra parte ai bolzanini bisogna dare una risposta. Dobbiamo attuare una strategia di difesa. Non possiamo attendere quindici anni. Lo ripeto: non è più un’eccezione, è una malattia cronica». DA.PA













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