Cappello: «Ho segnalato io il caso alla Procura»  

Direttore ripartizione legale. «A fine anno ero stato informato dalla direzione sanitaria C’erano dei sospetti che andavano approfonditi. Lunedì il medico verrà sospeso dal servizio»


Antonella Mattioli


BOLZANO. «Tutto è partito da una segnalazione che mi è arrivata dalla direzione sanitaria dell’ospedale San Maurizio. Era un caso specifico, molto chiaro, che purtroppo lasciava intravedere le ipotesi di reato che sono poi emerse dall’indagine, disposta dalla Procura della Repubblica». Marco Cappello, oltre che direttore della Ripartizione legale e affari generali dell’Asl, è il coordinatore della Commissione disciplina e responsabile Prevenzione Corruzione e Trasparenza: è partita da lui l’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Andrea Sacchetti, che ha portato ieri all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari di Paolo Girardi, 66 anni, chirurgo pediatra originario di Trento. Un professionista molto conosciuto che si è laureato a Padova all’inizio degli anni ’80; quindi la specializzazione in Chirurgia pediatrica a Verona. Abita a Bolzano da anni e gli mancano ormai pochi mesi alla pensione.

La prima segnalazione quando è stata fatta al suo ufficio?

Era la fine del 2018.

La sua prima reazione dottor Cappello davanti a quella segnalazione?

Sono cascato dalla sedia. Avevo sentito di un caso simile raccontato in un servizio della trasmissione “Le Iene”, ma mai e poi mai avrei potuto immaginare che potesse succedere all’ospedale San Maurizio di Bolzano.

Superato lo “shock” iniziale, ha avviato un provvedimento disciplinare nei confronti del medico?

Assolutamente no, il procedimento disciplinare partirà adesso.

E perché solo ora?

Perché era evidente fin dal primo momento che ci trovavamo davanti a fatti ben più gravi in quanto di sospetta rilevanza penale.

Per questo è andato subito in Procura.

Immediatamente. Ho messo nero su bianco le informazioni ricevute dalla direzione sanitaria e le ho inviate al Procuratore capo Giancarlo Bramante. Bisognava verificare subito la fondatezza di quei sospetti. All’inizio c’era solo un caso, ma chiarissimo. Direi emblematico.

Si è partiti da un caso, ma poi ne sono emersi altri.

Da quanto mi risulta i carabinieri sono andati a vedere quel particolare tipo di intervento, effettuato dal medico attualmente al centro dell’inchiesta, in un certo lasso di tempo, e hanno sentito i genitori dei bambini che erano stati operati dal professionista.

Gli interventi di “circoncisione rituale”, che secondo l’accusa sarebbe stati effettuati dal chirurgo, facendoli passare per operazioni fatte a seguito di diagnosi di “fimosi serrata” ovvero “prepuzio esuberante e fimosi”, quanto costano se uno dovesse pagarli per intero?

Sono interventi che si eseguono soltanto con ricovero in Day surgery e il costo è interamente a carico del paziente: si aggira sugli 8-900 euro.

Secondo la Procura, il medico si sarebbe fatto consegnare dai familiari circa 300 euro per paziente, e la cosa andava avanti da tempo. Com’è possibile che nessuno si sia mai accorto di nulla?

Quando sono stato informato dalla direzione sanitaria del San Maurizio, ho verificato che in effetti andava avanti già da alcuni mesi, però ad esporsi con la Procura della Repubblica sono stato io.

E adesso cosa succede?

Per lunedì mattina ho già convocato i miei due colleghi della commissione disciplinare: il medico dovrà essere sospeso immediatamente dal servizio e dalla retribuzione. Si tratta di un automatismo, previsto dalla legge, in quanto agli arresti domiciliari.















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