Carabinieri, il generale Mennitti se ne va 

Dopo quasi tre anni lascia il comando della Legione per un prestigioso incarico a Roma. Al suo posto arriva Ugo Cantoni



BOLZANO. Arrivato a Bolzano all’inizio di settembre del 2015, il generale di brigata Massimo Mennitti, comandante della Legione carabinieri Trentino Alto Adige, si accinge a lasciare il comando di viale Druso per assumerne l'incarico di capo del 5° reparto del Comando generale dell'Arma dei carabinieri. Prestigioso incarico alle dipendenze del capo di stato maggiore dell'arma, nell'ambito dell'organo di staff del comandante generale. Da lui dipenderanno l'ufficio stampa, l'ufficio cerimoniale, l'ufficio relazioni con il pubblico e l'ufficio editoria dell'Arma che si occupa tra l'altro delle riviste istituzionali.

Al posto di Mennitti al vertice dei carabinieri della regione arriverà il generale di brigata Ugo Cantoni, attualmente comandante del 1° reggimento allievi marescialli di Firenze. Anche per Cantoni, si tratta di un ritorno in una terra che già conosce: qualche anno fa, infatti, con i gradi di capitano, ha guidato la compagnia carabinieri di San Candido. Il 9 luglio la cerimonia per il passaggio di consegne.

Poco meno di tre anni, quelli passati alla guida della Legione, in cui il generale Mennitti, nativo di Silandro e perfettamente bilingue, ha “pigiato” ancora di più il piede sull’acceleratore per avvicinare ancora di più l’Arma ad un territorio particolare e unico come l’Alto Adige e alla sua gente. Un esempio su tutti, il concorso per 24 ragazzi e ragazze per la formazione di marescialli bilingui. Dieci in più di quelli dei concorsi precedenti. «L’Arma non ha bisogno di persone straordinarie – ha spiegato in una recente intervista all’Alto Adige – ma di persone di buona volontà, che hanno voglia di fare il loro meglio per sistemare le cose. Questo deve essere il sentimento importante, al di là di quello che può essere il momento retorico legato a eroismo e sacrificio. E nell’Arma, di esempi di eroismo e sacrificio, anche estremo, non mancano di certo. Con questo concorso cerchiamo ragazzi e ragazze di buona volontà che si impegnino per aiutare gli altri. E questo è un territorio che esprime questo sentimento perché il fatto che ci siano la Croce Bianca, la Croce Rossa, il Soccorso Alpino, i vigili del fuoco volontari sono segnali che c’è una predisposizione di ragazzi e ragazze a mettersi a disposizione degli altri. Con questo concorso – spiega il generale – garantiamo loro possibilità di fare del bene a quella che può essere percepita la loro popolazione, fermo restando che il carabiniere non va a fare servizio nel proprio paese d’origine».













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