emergenza casa

Caro alloggi, Bolzano chiede un freno al dilagare dei B&b

Caramaschi duro: «Il fenomeno è fuori controllo, affitti alle stelle: una situazione che penalizza lo sviluppo dell’università». La Provincia indicherà un limite di posti letto per il turismo


Paolo Campostrini


BOLZANO. Bolzano sta diventando una distesa di B&b. Conseguenza: gli affitti brevi stanno soppiantando quelli lunghi. Ulteriore ricaduta: intere aree urbane hanno perso la loro identità abitativa ma anche antropologica, diventando una ininterrotta successione di approdi turistici. Dicono le agenzie: “Un proprietario preferisce rinunciare alla sicurezza di un canone per due o tre anni perché guadagna molto di più affittando a giornata o a settimana sui portali”. Ci saranno giorni vuoti ma quelli pieni hanno prezzi che li compensano. Esiste il rischio che soprattutto il centro si desertifichi? «C’è, per questo le aperture di nuovi affittacamere vanno limitate. Anche perché la questione non riguarda solo il centro - spiega il sindaco - basta girare per via Firenze e via Torino e guardare le targhe straniere in aumento vicino alla case». Renzo Caramaschi osserva il fenomeno e chiede nuovi meccanismi di deterrenza: la percezione diffusa è che lo smantellamento del mercato degli affitti tradizionali stia colpendo soprattutto gli studenti. «Non possiamo permetterci di porre in discussione lo sviluppo dell’università per colpa di un mercato respingente» spiega.

Un esempio? Lo ha fornito poco fa un giovane, attento ricercatore di possibili soluzioni per la sua permanenza a Bolzano, in zona università, per qualche tempo: «Miniappartamento, cucina, bagno, pure un posto bici offerto da un portale di qui che tratta gli affitti con richiesta di 81 euro a notte più iva, più tasse. Alla fine, per 35 giorni, tempo minimo per fare qualcosa, 3000 e 150 euro. Una follia». E, secondo le regole B&b, 10% dell’importo alla prenotazione e intero saldo all’arrivo. C’erano alternative? «Niente posti in studentati, affitti sul mercato difficilissimi da trovare, prospettiva, se si sceglie una stanza, di dover anche dividere il bagno».

Il sindaco chiede un freno e in Comune si preparano a gestire il regolamento provinciale che, dal canto suo, questo filtro lo prevederebbe. «Ma per adesso siamo fermi - dice Ulrike Pichler a capo degli uffici del Patrimonio municipali - perché ci troviamo ancora nella fase in cui stiamo monitorando il numero dei letti a disposizione”. Che saranno divisi per categorie (alberghiero, affittacamere e affitti contadini per vacanze) per giungere alla fine a stabilire “un contingente” che riguardi Bolzano. «Ogni Comune dovrà definire i posti letto disponibili per poi - spiega la funzionaria - avere o meno la possibilità di concedere altre licenze». Ma basta che un piccolo albergo venga ristrutturato o chiuda che, ecco i suoi posti letto diventano ulteriore via libera per possibili B&b urbani.

La Provincia ha concesso al Comune una proroga fino al 30 giugno per definire stato di fatto e dunque possibile fabbisogno. «Probabilmente i B&B o airB&b non sono di molto aumentati negli ultimi anni dopo il boom precedente - osserva Roberta Agosti a capo dell’Azienda di soggiorno - ma sono aumentati gli studenti. Ed ecco l’emergenza. Noi siamo tenuti a trattare queste strutture come spazi alberghieri, basta siano in regola e paghino la tassa di soggiorno. Certo, questo successo è diventato un problema per le famiglie che cercano casa e soprattutto per gli studenti».

In realtà il fenomeno era stato previsto anni fa ed erano state fatte precise richieste per una sua regolamentazione più stringente: «Avevamo avuto un primo incontro in Comune e Provincia già nel 2017 - dice Francesco D’Onofrio, già alla guida del “Città” ed oggi de “La Briosa” - spiegando che questa situazione avrebbe devastato l’identità dei centri storici, allontanando gli abitanti e i giovani in cerca di casa». Ma lei è un albergatore e forse si ritiene danneggiato da questo fenomeno? «Non è solo questione di concorrenza. Il fatto è che un hotel non nasce tutti i giorni mentre di B&b ne sono arrivati a centinaia, trasformando la città e svuotandola di abitanti. Tante città europee hanno deciso di frenare il fenomeno perchè lo stesso turismo ne veniva danneggiato. Per non parlare delle università».

Quali sono i prezzi? «Per un medio appartamento si va dagli 80 ai 130 euro - dice Roberta Agosti - ma se solo si sale nel prestigio della casa in affitto breve si possono raggiungere anche i 500». Insomma, è un affare. E di fronte agli affari non ci sono sensi di colpa antropologici che tengano. «Ma se continua così - commenta Günther Mathà - Bolzano si potrebbe trovare con una università che non attira più non solo gli studenti ma anche gli stessi docenti». Una città da cui andarsene.













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