L’Associazione professioni sociali: la crisi colpisce le fasce più deboli ma anche chi le assiste

Caro-benzina per i malati di Alzheimer

Aumenta del 4,3% la tariffa per il trasporto ai centri diurni: 14,60 euro al giorno


Davide Pasquali


BOLZANO. La crisi colpisce duro, specie i soggetti deboli, le persone non autosufficienti, e pure chi li assiste. Un esempio su tutti. La coop che si occupa di trasportare gli anziani ai centri diurni di Assb si è vista costretta ad aumentare del 4,3% la tariffa: fra andata e ritorno, sono 14,60 euro/giorno. In un mese, si superano i 300 euro. Non è certo colpa della coperativa sociale Joben di via Alessandria. C'entrano invece con tutta probabilità il caro carburanti e il rialzo generalizzato dei prezzi. Fatto sta che in questi giorni la cooperativa si è vista costretta a scrivere alle famiglie che assiste, trasportando quotidianamente l'anziano non autosufficiente da casa al centro diurno e viceversa.

L'Assb del Comune in città gestisce due centri di assistenza diurna: 12 posti a Villa Europa, 20 al Premstaller. Qui gli anziani parzialmente autosufficienti possono trascorrere fino a un'intera giornata, assistiti da personale qualificato che li impegna in attività di varia natura. Il centro diurno si pone come obiettivo di dare un aiuto concreto ai familiari che, così, possono avere un po' di sollievo dall'impegno necessario per la cura dei loro cari, senza però rinunciare a riportarli a casa a fine giornata. Il servizio di accompagnamento, quotidiano o meno a seconda delle esigenze, viene svolto dalla cooperativa, che agli assistiti ora ha scritto: "La fatturazione avverrà su base mensile secondo il prezzo a tratta concordato di 7 euro fino al 31 gennaio e dall'1 febbraio di euro 7,30, passibili di variazione previo avviso di giorni 30". Fra andata e ritorno sono 14,60 euro.

I centri diurni sono aperti dal lunedì al venerdì, in un mese 22 giorni. Andando tutti i giorni, si spendono 321 euro. Una follia per una coppia che vive d'una sola, misera, pensione. E c'è scritto che sono possibili pure ulteriori aumenti... A soffrire, però, non sono soltanto i soggetti deboli. La denuncia arriva dall'Associazione provinciale professioni sociali.

La portavoce, Marta von Wohlgemuth (Caritas) spiega: «L'attuale fase economica, in cui le risorse sociali ed economiche scarseggiano un po' per tutti, colpisce a maggior ragione le fasce più deboli della popolazione, che non sono più produttive e che per questo sono spesso considerate un peso morto per la società». La diretta e inevitabile conseguenza è che questo si traduce «in una minore considerazione e in un minor riconoscimento dei gruppi professionali che di queste persone si occupano, innestando un circolo vizioso che porta a rendere queste professioni sempre meno attrattive».

Uno dei più importanti indicatori di civiltà, prosegue, «è costituito proprio dall'importanza e dall'attenzione che si dedicano alle persone bisognose di assistenza». Lo stesso assessore Richard Theiner ha recentemente sottolineato, oltre alle difficoltà fisiche e psicologiche del lavoro assistenziale in sé, tutta un'altra serie di fattori che rende questa attività particolarmente usurante: distribuzione dei turni su 24 ore, festivi inclusi; limitate possibilità di carriera; e non da ultimo la retribuzione che, rispetto al settore sanitario, è significativamente piú bassa. Se è vero che una giusta e commisurata retribuzione economica non assicura da sola la dignità e il riconoscimento sociale di una professione, «è anche vero che ne costituisce presupposto essenziale».

Da una parte «ci si lamenta della cronica mancanza di personale nel settore assistenziale e dall'altra si riducono le risorse e gli strumenti idonei a rendere attrattiva questa carriera». Significativi sono al proposito i recenti tentativi di «cancellare diritti acquisiti come il recupero psico-fisico e l'ostruzionismo che in diverse strutture viene tuttora esercitato nel concedere i giorni di recupero già maturati». Sussiste, insomma, «l'esigenza urgente di intervenire a livello di contrattazione collettiva per ottenere un adeguamento dei livelli retributivi e delle generali condizioni di lavoro».













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