Casa della Pesa, è pronto il nuovo polo culturale Musica, mostre, eventi 

Completato il restauro. Sarà il punto di riferimento di associazioni italiane e tedesche


Paolo Campostrini


Bolzano. Se tra qualche mese sentirete un ragazzo del Busoni suonare il pianoforte in piazza del Grano, dovrete credere fermamente alle vostre orecchie. Sarà vero. Accadrà. E per due ragioni. La prima è che stata finalmente presentata ieri la Casa della Pesa risanata e riportata alla sua luce rinascimentale, la quale «Waaghaus» si propone, d'ora in avanti, come luogo della cultura aperto sulla città. Dove la piazza diventerà estensione degli interni.

La seconda ragione è che il Busoni, per dire, avrà casa proprio lì, in concreto. Uffici al secondo piano. Insieme alla Mahler. E con la musica classica ci sarà quella contemporanea, con il Jazz Festival, e poi Festival Bolzano, il Filmfestival, la fotografia, le cooperative e pure la sede dell'Euregio al primo piano.

Una casa per la cultura

«Le associazioni della cultura possono ora lavorare fianco a fianco, pensare insieme, immaginare eventi» ha detto Klaus Widmann che dell'impresa è stato cuore e anima. Dentro un mix già pieno di fervore tra italiani e tedeschi, giovani e adulti in una piattaforma intergenerazionale e interetnica che recupera anche l'identità primigenia stessa del luogo. Il quale è uno dei più antichi di Bolzano.

Posto a un passo dalle antiche mura che proteggevano la città del mercato con i suoi portici, era l'infrastruttura che ne filtrava l'accesso. Aperta ai traffici e anche alle lingue e alle culture che arrivavano da nord o risalivano da sud. «Qui si pesavano le derrate» ha ricordato Konrad Bergmeister, a capo della Fondazione cassa di Risparmio che, nel 2009, ha acquistato l'immobile dal Comune con l'impegno di dargli una destinazione pubblica e culturale. Decisione anche legata alla storia stessa dell'istituto bancario, visto che la prima Sparkasse, nel 1855, prese dimora proprio nella Waaghaus. Che è struttura preziosa e sensibile.

Il recupero dell’edificio

Non è stato semplice gestirne le sovrapposizioni, i continui rimandi tra le epoche visto che le prime tracce abitative risalgono al 1250 ma che poi vi sono state inserite continue addizioni, da quelle quattrocentesche che aggiunsero la parte porticata per dare continuità architettonica a via Portici che le scorreva sul fianco opposto alla piazza, ai ricami barocchi, ai nuovi usi sette-ottocenteschi.

Wolfgang Piller, l'architetto che ha guidato la riqualificazione, è stato a lungo chino sugli archivi per trovare conferme ai suoi possibili interventi, ha fatto entrare il suo cantiere con attenzione, a tal punto da scoprire affreschi dimenticati al suo interno. «Anche il colore dell'intonaco esterno è stato scelto non a caso - ha commentato ieri - come pure quello che contorna le finestre». Chiaro il primo, nero il secondo. Tonalità, quest'ultima, che prende origine dal legno di vite. Il quale veniva fatto bruciare, poi affumicato, sminuzzato e pestato per ricavare il nero quasi pece con cui dipingere i contorni finestrati. Ma poi l'interno fa scoprire le funzionalità del contemporaneo. Piccoli dolmen di metallo scuro a nascondere la domotica, una spettacolare scala vetrata a congiungere secondo piano alla sala convegni sotto le travi recuperate del tetto, e ancora locali dove emergono le colonne quattrocentesche, pavimenti antichi accanto alle nuove definizioni murate degli spazi.

 

Antico e nuovo

«Ho provato a conciliare quanto più possibile la memoria del luogo con la sua nuova identità di centro culturale vivo e inserito nella città» ha spiegato Piller che ha una lunga esperienza nel recupero degli antichi edifici. Il suo lavoro è stato, passo passo, seguito dalla sovrintendenza alla Belle arti, come ha ricordato l'architetto Luigi Scolari.

Bar, mostre e spettacoli

Sarà ora l'associazione culturale Casa della Pesa a gestire questo nuovo moltiplicatore di eventi e di energie collettive. In programma spettacoli, mostre e, come detto all'inizio, concerti. Al piano terra, affacciato su piazza del Grano sarà attivo un bar bistrot con anche possibilità di ristorazione. Accanto, un infopoint, sulla cui piattaforma Bolzano presenterà tutti i suoi eventi, non solo quelli organizzati dalla Waaghaus e uno “shop culturale” dove trovare oggettistica e libri.

Dalla cultura di oggi ai commerci di ieri. Ecco il percorso della Casa. Lì c'era l'ufficio di supervisione delle derrate di grano tenuto dai Vintler, con delega dei conti del Tirolo e più tardi dai Wolkenstein che lo mantennero fino al 1633.

Il muro esterno orientale è ancora romanico, con i suoi filari di pietre. Sull'arco porticato, lungo i Portici, Piller ha anche recuperato le antiche insegne commerciali. Ora tutto ritorna.

Con la stessa identità di apertura al mondo.

Al nostro ma soprattutto a quello che viene da fuori.

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