Bolzano

Casanova con i bus sottocasa: «Frastuono costante, ora basta» 

La protesta dei residenti: «Il capolinea è sotto le nostre finestre. Motori accesi, smog e rumori». Gli edifici del lotto C ancora senza il condizionamento previsto: «Storia che va avanti da anni»



BOLZANO. Casanova, gli abitanti protestano: «Ci hanno piazzato il capolinea dei bus sotto casa, sopportiamo smog e rumori continui a cadenza costante dalle 4.25 del mattino fino alle 23.30. Abbiamo chiesto più e più volte al Comune e a Sasa di venirci incontro ma niente da fare». E c’è un’altra questione che preoccupa i residenti. «Abitiamo costruzioni Casa Clima a che a tutt’oggi mancano dell’impianto di condizionamento previsto in origine, ci prepariamo ad un’altra estate bollente. Non è corretto».

«Qui non si dorme più». A parlare è Vittorio D'Elia, rappresentante di scala e presidente della cooperativa edilizia “Cordis” che ha costruito nel lotto C con la formula del ceto medio. Rappresenta circa 35 famiglie.

«Abbiamo sotto casa il capolinea dei bus ed a qualsiasi ora del giorno e della sera - dalle 4.25 del mattino fino alle 23.30 - molti autisti tengono i motori accesi per tutto il tempo della sosta. Non vi dico il rumore e lo smog quando in fila ci sono tre mezzi. E capita spesso. Da circa due anni chiedo aiuto al sindaco, all’ingegner Ivan Moroder, alla polizia municipale e naturalmente ai vertici Sasa, senza aver ottenuto ascolto né un briciolo di risultato. Purtroppo - conclude D’Elia - i vertici municipali ignorano il malessere psicofisico che questo baccano genera nei residenti che non possono riposare in santa pace durante le ore diurne e a sera inoltrata».

E c’è un’altra questione aperta. In città il lotto C avrebbe dovuto diventare - sulla carta - il primo complesso di dimensioni ragguardevoli ad essere dotato non solo di teleriscaldamento ma pure di teleraffrescamento. «Sarà la vera novità - avevano assicurato i costruttori - lo installeremo a soffitto e, come per il teleriscaldamento che serve tutta Casanova, verrà fornito dall’esterno anche il teleraffrescamento». Avrebbe dovuto essere installato a soffitto, dunque, ma gli abitanti lo aspettano ancora.

«ll piano di attuazione comunale - spiegano i residenti - prevedeva, in accordo con le coop, che queste costruissero il complesso impegnandosi ad allacciarsi ad un impianto di teleraffrescamento nelle vicinanze della stazione ferroviaria realizzato dalla Cle (Cooperativa lavoratori edili, ndr). Questo impianto avrebbe rinfrescato l’intero caseggiato e ancora negozi, uffici Assb, asilo e alloggi per anziani. Dopo il fallimento della Cle nessuno però l’ha più costruito. Gli edifici sono stati dotati di una predisposizione all’allacciamento ad un impianto mai realizzato e i vari bandi di assegnazione proposti dal Comune sono andati deserti. Impossibili altre soluzioni».

Finalmente nella primavera del 2021 il Comune concede l’ok alla modifica del piano di attuazione che dà il via libera ad un impianto privato da posizione sul tetto. Passano mesi e nell’autunno successivo il condominio delibera l’acquisto di appositi “frigoriferi” e l’assegnazione dei lavori alle ditte. «Solo a quel punto scopriamo che la modifica del piano d’attuazione ancora non c’è. Nel frattempo però i costi di materiali e manodopera sono aumentati del 30 per cento. Solo a marzo, a seguito di continue lamentele da parte dei presidenti delle cooperative, il Comune parte con le modifiche. Noi restiamo in attesa di poter dare il via libera all’inizio dei lavori. Passeremo l’ennesima estate al caldo».

«In seguito al fallimento della Cle, nel rispetto del Piano di attuazione allora vigente il Comune ha preteso una fideiussione da noi delle cooperative come garanzia per l’allacciamento degli appartamenti all’impianto che non c’è. La fideiussione però rimarrà in piedi finché noi delle cooperative non avremo terminato di installare l’impianto “frigo” sui tetti, lo stesso che paradossalmente ancora non può essere realizzato fino a che il Comune non ci concederà il via libera. Tra l’altro la fideiussione non ci offre la possibilità di andare in liquidazione e continua a gravare sulle famiglie che dovranno affrontare ulteriori spese. Oltre al caldo».













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