l’allarme

Case di riposo a Bolzano, manca personale: «Mia madre aspetta da giugno»

La figlia: «Affetta da Alzheimer all’ultimo stadio le hanno dato 3 mesi di vita. Prima in graduatoria a Villa Europa ma non la chiamano, al momento è in clinica ma il 27 torna a casa. Come facciamo ad assisterla 24 ore su 24?»


Valeria Frangipane


BOLZANO. «É la storia di mia madre. La racconto perché credo di poter “parlare” a nome di tante famiglie che si fanno carico, a casa, di un malato con demenza in attesa del ricovero definitivo presso una struttura adeguata. Che non arriva mai. La verità? Ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni».

La questione, sempre la stessa, i posti ci sono ma manca personale. «Mia madre, 79 anni, ha l’Alzheimer all’ultimo stadio, i medici le hanno dato tre mesi di vita. Non è più autosufficiente, mangia pochissimo e quando beve (poco) le va di traverso tutto. Insieme a mio padre e mia sorella abbiamo presentato, questa primavera, attraverso l’Azienda servizi sociali le domande di ricovero definitivo presso il nostro comune e lo abbiamo fatto anche in altre strutture nei comuni limitrofi (Laives, Egna ecc..) senza nessun risultato. Da settimane è prima in graduatoria a Villa Europa ma non si libera mai un posto, al momento è ricoverata in una clinica a Bolzano ma il 27 settembre torna a casa. Come facciamo ad assisterla 24 ore su 24? Mio padre, over 80, la notte non dorme dal terrore che torni a casa in quelle condizioni».

Le case di riposo dell’Alto Adige sono in forte difficoltà per mancanza di personale. Lo dimostrano anche i dati della Ripartizione sanità della Provincia, resi pubblici da poche settimane, in risposta ad un’interrogazione dei Freiheitlichen, in consiglio provinciale.

In tutta la provincia di Bolzano oltre 400 letti sono tenuti vuoti, per carenza di personale. In Alto Adige ci sono 76 residenze per anziani per un totale di 4.600 posti; significa che i preziosissimi letti tenuti vuoti sono circa il 10%. Percentuale destinata a crescere, visto che non si trovano assistenti. Il tutto a fronte di liste d’attesa che si allungano ogni giorno: solo a Bolzano città a giugno le domande erano circa 250.

«Ed è da giugno che mia madre risulta essere prima in graduatoria per l’accesso a Villa Europa ma a tutt’oggi non è stata chiamata per il ricovero. E c’è dell’altro. Abbiamo aspettato otto mesi per avere il documento che attestava l’aggravamento delle sue condizioni e mi riferisco al massimo livello d’assistenza dell’assegno di cura. Oggi è ricoverata presso una clinica per il cosiddetto“post ospedaliero” dovuto a malnutrizione e disidratazione e poi per un’infezione renale. Le sue dimissioni sono previste per il 27 di questo mese, non sappiamo come fare. A casa è ingestibile. L’abitazione dei miei genitori non è adatta ad ospitare una badante che si ferma a dormire e mio padre ultraottantenne affetto da più patologie (è cieco da un occhio, ha il braccio sinistro mal funzionante a seguito di ictus, soffre di sincopi ecc..) non è sicuramente in grado di “accudirla” di notte. Di giorno ovviamente abbiamo una badante che ci aiuta. Di recente ho chiamato l’assistente sociale che ci segue per capire a che punto siamo per l’ingresso in struttura e mi è stato detto di scrivere una mail, che ho fatto senza avere nessuna risposta. Ci è stato comunicato dal medico della clinica - come ho già detto - che in queste condizioni ha da uno a tre mesi di vita…. se aspettiamo ancora un po’ non ci sarà più la necessità di ricoverarla in struttura». La sintesi è una sola ed è amarissima. «Ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni, non è possibile che un malato nelle sue condizioni fisiche e mentali non sia seguita 24 ore su 24 da personale specializzato, perché a questo punto l’amore serve solo per far stare bene l’anima… Qui serve il corretto gesto di cura».













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