Case di riposo o lager? Indagini della Procura

Prime reazioni dopo la denuncia di anziani maltrattati e in stato di abbandono Il procuratore Rispoli acquisisce i filmati-denuncia e annuncia accertamenti


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Dopo le rivelazioni-denuncia apparse sulla stampa di linguia tedesca, la Procura della Repubblica ha deciso di vederci chiaro. E’ stato il procuratore capo in persona, Guido Rispoli, ad annunciare ieri pomeriggio che saranno disposti accertamenti preliminari sui presunti maltrattamenti che sembrano configurarsi per il trattamento riservato ad alcuni anziani lungodegenti ospiti di due strutture private attive in Alto Adige. Si tratta di situazioni incresciose denunciate da parenti degli ospiti delle due case di riposo individuate. I fatti segnalati dovranno essere comunque attentamente valutati dagli inquirenti prima di procedere all’avvio di un procedimento penale vero e proprio con possibile iscrizione di persone indagate. Per questo ieri il procuratore Rispoli ha indicato la necessità di accertamenti preliminari con riferimento a due ipotesi di reato: maltrattamenti (configurabili anche in caso di gravi disagi provocati da servizi di assistenza insufficienti) e «abbandono di persona incapace».

La denuncia pubblica di alcuni parenti dei lungodegenti è corredata anche da immagini e filmati che nelle prossime ore il procuratore intende acquisire agli atti. Si notano in primo luogo problemi di pulizia anche per la presenza di animali domestici liberi di mangiare dai piatti degli anziani pazienti con formiche che si aggirano in cucina ove si preparano i pasti. In altri casi si notano anziani con ferite non curate o abbandonati a lungo nei letti in condizioni igieniche precarie. Nel frattempo su questo che è già stato definito «lo scandalo delle cure» ieri ci sono state le prime reazioni ufficiali.

L’assessore alla sanità Richard Theiner ha voluto puntualizzare che in Alto Adige le strutture residenziali per anziani sono complessivamente 75 con oltre 4 mila posti letto. Pur essendo in parte private, per la loro gestione è necessario un apposito accreditamento da parte della Provincia. «In quanto strutture socio sanitarie - ricorda l’assessore - devono sottostare a precisi obblighi in materia di edilizia, personale, criteri di gestione e norme di sicurezza». Tutte le strutture sono poi sottoposte alla vigilanza della Provincia, dell’Azienda Sanitaria e dei carabinieri dei Nas. L’assessore lancia però un appello: se qualcuno è al corrente di singoli casi di cattiva assistenza è giusto denunciarli ed è doveroso intervenire. In un altro comunicato la Cgil/Agb parla di «situazione gravissima sulla quale gli organi competenti devono fare chiarezza al più presto».

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