Centro Sant’Antonio: «La ristrutturazione non è più rinviabile»

Il presidente Raffeiner: per la struttura da 72 posti letto investimento da concordare con Provincia e Comune


di Giuseppe Rossi


MERANO. Il ruolo della fondazione Pitsch per il futuro resta quello di assistere le persone anziane in difficoltà durante tutto il loro percorso della vecchiaia, partendo dagli alloggi protetti, dove le persone possono ancora organizzarsi in maniera autosufficiente la loro giornata, per arrivare ai lungodegenti. A precisare quello che è e resta per Merano un punto fermo per l'assistenza è Hermann Raffeiner, presidente della fondazione Pitsch nonché ex assessore al sociale del Comune di Merano. «Le prossime tre sfide che attendono il nostro ente - spiega Raffeiner - riguardano l'avvio della residenza assistita per anziani in via Toti, la ristrutturazione del centro per lungodegenti Sant'Antonio e il budget di spesa del 2016».

Secondo Raffeiner la nuova regolamentazione introdotta per l'assegno di cura dedicato a quelle persone che sono ricoverate in strutture alla fine ha visto penalizzare i centri che si occupano di lungodegenti. «La fondazione - così Raffeiner - rimane comunque sempre un’azienda improntata a criteri di efficienza, efficacia ed economicità. Le necessità di pareggio del bilancio si scontrano da un lato con i costi crescenti legati prevalentemente alla complessità dei residenti e dall’altro lato con i minori ricavi da finanziamenti pubblici a seguito della modifica del sistema di finanziamento delle strutture per anziani a partire dal 2014. Tale sistema ha penalizzato prevalentemente i centri di degenza come il S. Antonio per i quali non è stato previsto fino ad ora uno specifico meccanismo compensativo. Tra le sfide autunnali va aggiunta anche quella della redazione del budget per il prossimo anno con il conseguente calcolo delle rette. Attendiamo con impazienza che la giunta provinciale licenzi il testo definitivo della delibera che dovrebbe contenere alcune novità in materia di forme particolari di assistenza e dei collegati finanziamenti e parametri del personale». Il contenuto della delibera sarà fondamentale per capire le strategie della Provincia nel settore dell’assistenza residenziale agli anziani e per definire il modello gestionale più adeguato per la fondazione per affrontare le sfide future.

La settimana scorsa i vertici della fondazione hanno incontrato il nuovo assessore al sociale Stefan Frötscher e con lui hanno esaminato il progetto di ristrutturazione del centro lungodegenti S. Antonio, ormai non più rinviabile. «La struttura che ad oggi ha bisogno degli interventi manutentivi più radicali - sostiene il presidente Raffeiner - è quella del centro di lungodegenza in via Cavour. Con i suoi 72 letti accoglie storicamente i casi più complessi nonché i letti di transito in convenzione con la sanità. Rappresenta quindi un punto di riferimento territoriale per le lungodegenze. Rispetto al progetto preliminare redatto nel 2013, quello attuale tiene conto della mutata normativa di settore, di rilievi dettagliati sugli impianti e di ulteriori esigenze funzionali non presenti nel precedente. Obiettivo del progetto presentato è quello di restituire un centro di lungodegenza adeguato agli standard socio-sanitari altoatesini ed alla crescente complessità assistenziale. L’investimento definitivo verrà concordato con il Comune e la Provincia, sentiti tutti i pareri opportuni e necessari».

Quest’anno la fondazione Pitsch festeggia i 150 anni dalla sua nascita. Una presenza discreta e silenziosa che attraversa tre secoli di storia meranese. Con i suoi 178 letti e 35 alloggi protetti, la fondazione rappresenta oggi il principale ente pubblico del comprensorio sanitario nel settore dell’ assistenza residenziale per anziani. Con la sua attuale organizzazione garantisce al proprio interno una completa filiera assistenziale dall’appartamento protetto, al soggiorno per anziani fino alla lungodegenza. Ciò è possibile grazie al complesso sistema di competenze e sensibilità socio-sanitarie dei quasi 200 collaboratori della Fondazione. L’animazione interna e le consolidate sinergie con le associazioni di volontariato danno vita ogni anno ad un calendario di attività molto fitto ovviamente differenziato per i nostri residenti più autosufficienti e quelli meno.













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