Chiuse tre case del sesso: arrestate 5 prostitute

Sequestrati appartamenti in via Cavour, via Bottai e via Conciapelli. Il giro di una ventina di lucciole gestito da sudamericane. Identificati i clienti


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Tre appartamenti sequestrati e cinque giovani donne sudamericane arrestate. I carabinieri hanno concluso ieri una nuova operazione scattata in grande stile qualche settimana fa contro la prostituzione organizzata in città a Bolzano. Gli appartamenti in cui avvenivano gli incontri sessuali a pagamento (e messi sotto sigilli) sono in via Cavour, via Bottai e via Conciapelli. A finire nella rete dei carabinieri (l’inchiesta è stata coordinata dal capitano Davide Perasso) sono state cinque donne che organizzavano il lavoro di una ventina di altre ragazze disposte ad esercitare la professione più vecchia del mondo pur di sbarcare il lunario.

L’indagine non ha individuato organizzazioni che tenessero sotto scacco e sotto minaccia donne che fossero costrette a prostituirsi. Le cinque sudamericane finite in manette sono però accusate di favoreggiamento in quanto mettevano a disposizione gli appartamenti presi in affitto e l’organizzazione di ripartizione delle spese con inevitabile partecipazione nella ripartizione degli incassi. Il solito copione in casi di questo tipo.

L’inchiesta - durata alcune settimane - è partita e si è sviluppata sulla base della denuncia di alcuni inquilini dei condomini ove le prostitute incontravano quotidianamente i propri clienti.

Un via vai insopportabile con il rischio di un sostanziale degrado del palazzo per un’attività clandestina che certo non porta lustro a livello di opinione pubblica. Per questo sono sempre più spesso i responsabili dei condomini a denunciare attività di questo tipo e a chiedere l’intervento dei carabinieri. E’ accaduto anche in questo caso. L’inchiesta è stata caratterizzata da centinaia di ore di intercettazioni telefoniche che hanno permesso anche di individuare numerosi clienti, abituali e non.

Gli ordini di custodia cautelare, eseguiti nella notte tra sabato e domenica, sono stati firmati dal giudice Carlo Busato che ha ritenuto opportuno disporre i provvedimenti cautelari per pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento prove.

Nel fascicolo che la Procura ha portato al vaglio del magistrato (chiedendo l’emissione delle ordinanze di custodia cautelare) ci sono anche gli elenchi dettagliati di decine e decine di clienti bolzanini che erano soliti contattate le prostitute d’alto bordo telefonicamente (sulla base di annunci pubblicati sui giornali) per poi concordare giorno e ora dell’appuntamento. I clienti ovviamente non debbono temere nulla sotto il profilo penale se non l’imbarazzo ed il fastidio (notevoli) di essere finiti in una simile inchiesta e di rischiare concretamente di essere chiamati a deporre in un’aula di giustizia in qualità di testimoni. La loro testimonianza potrebbe risultare molto importante anche per un nuovo aspetto giudiziario su cui la magistratura sembra intenzionata ad approfondire. Le intercettazioni telefoniche ed ambientali (unitamente alla documentazione “contabile” rinvenuta negli appartamenti e relativi al giro di affari delle prostitute) potrebbe indurre gli inquirenti a contestare alle cinque donne sudamericane arrestate anche reati di tipo fiscale. Ed in questo caso la testimonianza di chi pagava in contanti le prestazioni sessuali concordate diventerebbe fondamentale.

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