Gli addetti ai lavori puntano il dito: «Il “Duca” cinese di via Buozzi sta mettendo in ginocchio i locali di Bolzano Sud»

«Ci sono troppi ristoranti, stop alle licenze»

Unione e Confesercenti: basta un nuovo locale etnico a basso prezzo per fare chiudere gli altri


Valeria Frangipane


BOLZANO. «In città? Troppi ristoranti. Basta che ne apra uno etnico, a basso prezzo, e gli altri chiudono». Unione e Confesercsenti chiedono alla Provincia una stretta sulle licenze: «Così non si va, dobbiamo trovare una soluzione». L'ultimo esempio è il più eclatante. Il ristorante il "Duca" che i cinesi hanno aperto a giugno a Bolzano sud, di fronte alla Fiera, sta cannibalizzando gran parte dei locali vicini. Mentre le portate con gli occhi a mandorla viaggiano alla grande forti dei 400 posti quasi sempre pieni ed una ricetta che la dice lunga: "mangia finché vuoi e tutto quello che vuoi perché da lunedì al venerdì si pranza a 10.90 euro acqua e caffè inclusi", gli altri faticano a reggere una concorrenza arrabbiata.

Luciano Defant dell'Unione spiega che sta succedendo quel che si aspettava: «Il bacino è quello che è e non permette chissà che elasticità e l'arrivo del "Duca" ha provocato ai locali preesistenti una flessione importante. Qualcuno sarà costretto a chiudere e qualche altro che dovrà licenziare del personale». Dado Duzzi (Unione) è caustico: «So che molti locali sono a rischio chiusura, la faccenda è pesante». Mirco Benetello di Confesercenti spiega che la questione si fa pesante: «In queste condizioni basta che arrivi sul mercato un locale etnico che applica prezzi bassi che gli altri se la vedono brutta, questa è cannibalizzazione».

La faccenda, a questo punto, è una sola e la richiesta delle categorie è univoca: «Sono anni che chiediamo alla Provincia la stessa cosa e non ci ha mai ascoltato e adesso siamo al disastro. Prima abbiamo chiesto di limitare il numero delle licenze dei bar e non ci hanno preso in considerazione col risultato che i pubblici esercenti sono in serissima difficoltà, poi abbiamo chiesto di limitare l'apertura delle sale gioco e non ci hanno dato retta. La stessa cosa sta succedendo adesso con i ristoranti, ce ne sono troppi e non è possibile, di questi tempi, continuare a rilasciare nuove licenze perché si deve tutelare il lavoro esistente. E tutelare l'esistente non vuol dire concedere privilegi ma dare una mano, in un periodo difficile, a chi tenta in tutti i modi di darsi da fare».

Duzzi è pessimista: «Ho sempre detto che l'avvento dei cinesi sarebbe stato un massacro per i bar, le pizzerie e la ristorazione in generale è così sta succedendo. Del resto l'Alto Adige non ha regole, i pubblici esercenti soffrono la liberalizzazione a cui non è mai seguita una norma di attuazione che regolamentasse il settore. Serve una svolta». Benetello ricorda una volta di più che la recessione economica oltre ai ristoranti sta colpendo duramente anche le pizzerie del capoluogo altoatesino: cali di clientela generalizzati fra il 10% e il 20% nei finesettimana, un vero e proprio crollo nei giorni feriali. In media, a cena, durante la settimana gli esercizi lamentano cali del 50%.













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