Ciclabile di viale Druso, aggirato il magazzino Anas 

L’intervento. Realizzato un tratto di 100 metri che ricongiunge finalmente la pista prima interrotta dal fabbricato. «Soluzione necessaria, troppo lunghi i tempi tecnici dell’esproprio»



Bolzano. Erano una ferita quei cento metri. Adesso sono ricuciti. Tanto che la ciclabile lungo via Druso può essere ora percorsa in sicurezza, anche all'altezza del magazzino Anas, poco prima delle caserme, dove invece, fino a ieri, si doveva scendere dalla bici, mettersi a camminare o, alla peggio, decidere di affrontare il traffico e gettarsi allo sbaraglio. Per poi riconnettersi alla pista un po' più in là.

Un po’ troppo in là, in effetti. Tanto che quei cento metri scarsi erano spesso protagonisti di intemerate sui social, di polemiche e di ironie sullo stato della nostra rete ciclabile. «Attenzione - dice Ivan Moroder, funzionario del settore infrastrutture - si tratta di un intervento temporaneo». Ma Stefano Fattor, il suo assessore alla viabilità spiega i termini dell'intervento: «Certo, in teoria si poteva fare di più. Ma in teoria: quel magazzino è di proprietà Anas, dunque non nostro. Ci dicono anche che è ancora usato e che, a tutt’oggi, è pieno di attrezzature. Attendere le procedure di un possibile esproprio avrebbe allungato i tempi se avessimo insistito sul piano della riqualificazione strutturale. Ma penso che già così, quel tratto è decisamente posto in sicurezza». Lo è diventato attraverso una serie di interventi di tamponamento virtuoso del contesto. Ad esempio: sono state di poco ridotte le molte corsie stradali che lì si sviluppano lungo via Druso, sia quelle del metrobus che del traffico ordinario. Ma non di molto. Nel senso che il Comune è rimasto ben al di sopra dei metri previsti per legge come soglia minima per una corretta gestione del traffico. In questo modo sono state ricavate, tagliando un tratto e ripristinandone un altro, due corsie per le biciclette, una verso nord ed una verso sud. In questo modo gli utenti possono non solo usufruire di una pista promiscua ma di un tratto pienamente bidirezionale. Un compromesso dunque. Costruito tra lo Scilla della proprietà statale dell'immobile che ostacolava la direttrice e il Cariddi dei tempi che sarebbero stati necessari per avviare l'esproprio di una parte dell'area.

Ma un compromesso che nulla toglie all’aspetto principale della questione: la sicurezza. E che garantisce comunque la fluidità dell’asse sostenibile. Soprattutto rendendo via Druso, che è già trafficatissima in sè, un “unicum” ciclabile, senza più colli di bottiglia. E riconsegnando alla città una alternativa eco all’altra direttrice dal centro verso l'ospedale sul lato opposto, quello di via Vittorio Veneto. Costi? «Siamo rimasti sotto i 7mila euro» chiarisce l'assessore. Nel mentre, sono stati invece interrotti i lavori sull'altro asse ciclabile strategico, quello lungo corso Libertà. Concluso quello tra piazza Vittoria e piazza Mazzini, era stato aperto il cantiere per il secondo lotto, che riguarda quello tra la stessa piazza Mazzini e piazza Gries. Richiuso ora per via del periodo natalizio ma soprattutto per il freddo che, in questi casi, non consente una gestione ottimale degli interventi su strada, all'aperto. Secondo gli uffici della viabilità municipale, i lavori saranno ripresi intorno alla metà di gennaio. Conclusione e consegna dell'opera? «Contiamo di chiudere entro Pasqua» dicono i tecnici. In questo modo tutto il corso, dal monumento a Gries sarà percorribile su un unico lato e con una ciclabile bidirezionale. P.C.

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