Coltiva marijuana: «Colpa della crisi»

Giardiniere bolzanino aveva allestito da tre anni due vere piantagioni. Guadagnava 100 mila euro l’anno


di Susanna Petrone


BOLZANO. Nel noto film britannico «L’erba di Grace» una deliziosa signora inglese scopre, dopo la morte del marito, di essere sommersa dai debiti. In regione è nota per il suo «pollice verde», ma nessuno arriva ad immaginare che userà questa «benedizione» per coltivare marijuana, nel disperato tentativo di uscire dalla profonda crisi economica che sta vivendo. Ecco, probabilmente anche il giardiniere bolzanino di 41 anni, H. S. le iniziali, denunciato dalla polizia per coltivazione di marijuana, conosce la pellicola britannica e forse si è ispirato proprio a Grace quando tre anni fa ha deciso di «ampliare» la sua attività. E lo ha fatto con tanta fatica e professionalità. Per prima cosa, ha scelto due aree, ai margini di Bolzano: Monte Tondo, poco sopra Santa Maddalena, e una zona boschiva nelle vicinanze di Signato, verso Renon.

Entrambe le zone corrispondevano alle aspettative del giardiniere bolzanino: isolate, difficili da raggiungere e, ovviamente, rivolte verso sud, in modo che le piante avessero più sole possibile a disposizione. Nel frattempo ha acquistato da vari Paesi i semini, geneticamente modificati (il principio attivo arriva al 12%). Ogni seme costa circa 35 euro. Ma non basta per mettere su una piantagione come si deve: pur essendo due zone difficili da raggiungere, il giardiniere bolzanino, «armato» di buona volontà, per settimane ha raggiunto le due aree, creando dei terrazzini con pietre e ganci, per non parlare delle tre cisterne d’acqua trasportati con difficoltà fino ai piedi delle piantagioni e dei tubi per posizionare il sistema di irrigazione. Il giardiniere infatti non avrebbe potuto andare tutti i giorni a «visitare» le sue piantine. E quindi ha sistemato un timer, che faceva partire l’irrigazione automaticamente.

E non è tutto: come tenere lontani gli animali del bosco? Semplice: concime e prodotti repellenti. Voilà: circa cento piantine crescono, maturano, vengono raccolte, essiccate sul posto e poi vendute a 4-5 mila euro al chilo. Complessivamente, il bolzanino riesce a guadagnare 100 mila euro con ogni raccolto. Poi, un giorno, arriva un guardia caccia e nota il sistema di irrigazione. Avvisa la polizia. Sul posto arrivano gli agenti della Squadra Mobile, coordinati da Giuseppe Tricarico, e pensano di essere finiti in Colombia. Invece siamo a Bolzano. Il giardiniere viene seguito e osservato. Infine, una volta fermato, non può fare altro che ammettere tutto. Agli agenti dirà: «Ero sommerso dai debiti. Non sapevo cosa fare. Avevo tanti clienti che mi chiedevano consigli su come coltivare la marijuana. Alla fine mi è sembrata l’unica via d’uscita». Complessivamente ogni anno è riuscito a vendere 33 chili di marijuana. Ora rischia qualche anno di carcere.

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