Commissione d’inchiesta Sel, Vezzali si è dimesso Il neo presidente del consiglio provinciale rinuncia all’incarico sull’energia

Rapporti Sel-Ae, accuse di Dello Sbarba e Margheri: basta conflitto d’interesse



BOLZANO. Maurizio Vezzali (Pdl) si è dimesso ieri dalla presidenza della commissione d’inchiesta provinciale sullo scandalo Sel. Ieri la comunicazione da parte del neo presidente del consiglio provinciale. Proprio la sua elezione aveva reso scontato questo passo, che tuttavia non era obbligatorio.

Vezzali motiva così la decisione: «Ho preso questa decisione per un motivo di opportunità, ma non solo. Sto iniziando il lavoro alla presidenza del consiglio provinciale, ho bisogno di tempo e concentrazione. So che potranno esserci polemiche, ma ormai sono abituato. Tra l’altro il 24 gennaio non avrei potuto presenziare alla prossima riunione della commissione d’inchiesta, perché dovrò recarmi a Trieste per partecipare alla assemblea dei presidenti dei Consigli delle autonomie speciali».

All’ordine del giorno della seduta della commissione d’inchiesta del 24 gennaio, anticipa il vice presidente Elmar Pichler Rolle (Svp), è stato aggiunto il punto dell’elezione del nuovo presidente. Per regolamento dovrà essere scelto tra i componenti di opposizione. Vezzali ha ragione, non mancano le polemiche. Così Elena Artioli (Lega): «La mia scommessa è che il presidente sarà Thomas Egger dei Freiheitlichen e allora verranno allo scoperto le trattative sottobanco degli ultimi giorni. Vezzali è stato eletto presidente del consiglio provinciale al primo turno, grazie ai voti dei Freiheitlichen. Un favore alla Svp, che non aveva voglia dei soliti tormentoni di votazioni ripetute. Magari mi sbaglio, ma adesso il favore verrà restituito, e i Freiheitlichen riceveranno la presidenza della commissione d’inchiesta».

Sull’energia fa scalpore la decisione di Ae di stracciare i patti con Sel. Riccardo Dello Sbarba (Verdi) prende posizione: «Dopo che l'ex assessore Laimer – con la sua richiesta di patteggiamento - ha ammesso di aver gravemente alterato – per favorire Sel – le procedure di gara di tutte le concessioni idroelettriche, la Sel stessa e la Provincia non sono più interlocutori credibili in una trattativa nella quale finora la Provincia ha cercato semplicemente, con piccoli passi e qualche faccia nuova, di mantenere inalterato il monpopolio provinciale sull'energia e il conseguente conflitto di interessi che ha portato allo scandalo Sel e ha tagliato fuori i Comuni e le loro società pubbliche».

Così Guido Margheri (Sinistra ecologia libertà): «La decisione del Cda di Azienda energetica è l'inevitabile conseguenza del tentativo della giunta provinciale di ridurre la portata dello scandalo energia scaricandolo sulle spalle di pochi singoli alla ricerca di un'impossibile sanatoria».

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