alto adige

Consiglio provinciale, più soldi a capigruppo e presidenti

Bocciata la richiesta delle opposizioni di togliere le indennità suppletive. Verdi e M5S: «Noi rinunceremo in ogni caso»



BOLZANO. Primo via libera alla legge sulle indennità. Una legge-paradosso. Fa salire sul treno di un taglio moderato ai compensi della giunta provinciale l’introduzione di indennità aggiuntive ai capigruppo e ai presidenti di commissione. Queste indennità aggiuntive, presenti in altri consigli regionali, debutterebbero così anche in Alto Adige.Il disegno di legge 79/16 «Riforma delle indennità per gli organi del Consiglio e della giunta provinciali» (primo firmatario il vicepresidente del consiglio Thomas Widmann con l’ufficio di presidenza), è stato approvato ieri dalla terza commissione provinciale, cui era stato rinviato dal Consiglio il 2 dicembre. La parola passa ora all’aula.

Il disegno di legge è stato approvato con i soli voti a favore della Svp (Tschurtschenthaler, Schiefer, Renzler, Wurzer e Hochgruber Kuenzer), 2 no (Hans Heiss e Paul Köllensperger) e l’astensione di Roland Tinkhauser (Freiheitlichen).

Sia Köllensperger (M5S) che Heiss (Verdi) hanno presentato emendamenti, sostenuti dai Freiheitlichen, per togliere dalla legge le indennità suppletive per capigruppo e presidenti di commissione e per garantire un taglio più netto alla giunta, sulla linea del decreto Monti del 2012, che fissa 13.800 euro lordi massimi per il presidente provinciale. La Svp ha bocciato gli emendamenti delle opposizioni, che verranno ripresentati in aula. «E vedremo come voterà il Pd, se avrà voglia di sostenere questa legge», anticipa Köllensperger. Intanto sia Verdi che M5S annunciano che non accetteranno l’indennità suppletiva per i capigruppo, in caso di approvazione della legge in Consiglio. Con le commissioni il tema non si pone: i presidenti appartengono tutti alla Svp. Ancora Heiss e Köllensperger spiegano inoltre che la legge «è fortemente a rischio di impugnazione davanti alla Consulta». Secondo i due consiglieri, la via giusta era aderire ai limiti fissati dal decreto Monti, come indicato nel parere del professor Caia, «e come fatto a Trento dal presidente Rossi». Si è preferito invece scrivere regole proprie, in base alla teoria che l’autonomia speciale non è soggetta alle direttive del decreto nazionale.

Rispetto agli attuali 19.215 lordi, il presidente provinciale con il disegno di legge guadagnerebbe 15.100 euro, di cui però 10.500 lordi (lo stipendio base dei consiglieri) e 4.600 esentasse: un metodo adottato per tenere più alta l'indennità netta. Il vicepresidente provinciale guadagnerebbe 14.600 euro (3.300 esentasse), gli assessori 14.100 euro (3.600 esentasse), 13.800 il presidente del consiglio provinciale (3.300 esentasse), 12.900 euro il vice presidente del consiglio provinciale (2.400 euro esentasse). E, come detto, la novità del disegno di legge è rappresentata dalle indennità aggiuntive previste per i capigruppo (1.100 euro esentasse, 600 euro per i monogruppi) e per i presidenti di commissione (800 euro esentasse). Widmann nei giorni scorsi ha difeso il testo, che in commissione aveva subito alcuna modifiche chieste dalla Svp (ridimensionati i tagli alla giunta): «È un disegno di legge equo, che consentirebbe un risparmio di oltre 200 mila euro all'anno. Resteremmo il consiglio provinciale meno caro d'Italia». Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore) attacca la maggioranza, «Kompatscher salva la sua indennità d'oro e scatta la pioggia di premi in denaro per i peones della Svp», ma non annuncia restituzioni dei 600 euro che riceverebbe come capogruppo: «Userei la mia parte per pagare gli affitti o l'assistenza della a fila di persone in difficoltà che mi vengono a chiedere soldi e aiuto ogni giorno».

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