Covid e fame, il dramma Africa Campagna di aiuto della Caritas
La solidarietà. Quest’anno l’iniziativa «La fame non fa ferie» è dedicata alle conseguenze della pandemia Chiesto un contributo di 9 euro. Il 31 luglio alle ore 15 suoneranno le campane di tutte le chiese dell’Alto Adige
Bolzano. C'è un Covid che fa chiudere le scuole qui, ed è un conto. Un altro conto se le tiene chiuse in Africa. Ad esempio Amanuel. Ogni mattina da qualche mese sveglia sua mamma perché vuole andare a scuola e non capisce perché non accade più. Non è solo questione di amore per gli studi. È che finite le lezioni, a pranzo, prendeva sempre da mangiare. Di solito fagioli, mais e verdure. Per Amanuel e per migliaia di bambini come lui andare a scuola significava imparare ma anche mangiare. L’unico pasto della giornata. Con il Coronavirus basta, finito. È così che le restrizioni hanno condotto alla fame innumerevoli famiglie africane. Dunque, c'è Covid e Covid. L'emergenza sanitaria, dice Paolo Valente, direttore della Caritas diocesana, «ha chiuso in casa milioni di italiani e sta avendo gravi ripercussioni economiche. Ma per i più deboli la conseguenza del lockdown è la fame. Fame vera». Chiuse le scuole, ma anche i piccoli mercati dello scambio, le attività dei villaggi e delle città che consentivano un minimo di guadagno. Ecco perché per queste popolazioni basta poco. Anche solo 9 euro. È quello che chiede la Caritas. Una donazione unica o un ordine permanente. Il costo di un aperitivo. Per ricordarcelo e per ricordare un'azione che proverà a fare breccia nelle coscienze , venerdì 31 luglio tutte le campane delle chiese dell'Alto Adige suoneranno insieme. E un poco più a lungo. Saranno, per questo appuntamento che è un richiamo alla condivisione, le tre del pomeriggio. Non agitiamoci quando accadrà perché accadrà per una ragione precisa. «La fame non fa ferie». È lo slogan della campagna di solidarietà e anche una realtà: è estate, in tanti pensiamo alle spiagge, ma c'è chi pensa solo a come arrivare a sera senza morire per mancanza di cibo. «Senza il lavoro e con i mercati chiusi intere popolazioni stanno soffrendo» hanno ricordato ieri Judith Hafner e Fabio Molon, dell'ufficio mondialità della Caritas. E anche Eugen Runggaldier, il vicario generale, ha ricordato che le campane a questo servono: a farci sentire comunità. A scaldarci i cuori. E, per una volta, non solo riguardo i nostri territori ma ascoltando le voci che ci arrivano da lontano. Dall'Etiopia o dal Senegal, dal Sud Sudan o dal Congo. Non è la prima volta che «La fame non fa ferie» ci chiede un piccolo sforzo. L'anno scorso almeno centomila persone hanno beneficiato dell'aiuto dall'Alto Adige. E sono stati ottomila i donatori, con denaro in nove Paesi africani, riuscendo così a fare muovere progetti per oltre un milione di euro. Tra pozzi, supporti sanitari, cibo e sostegno al microcredito. Anche quest'anno, dunque, la chiamata arriverà dalle parrocchie, ma le azioni che si riusciranno a muovere saranno molto "laiche", fatte di aiuti concreti. Fino al 31 luglio la Caritas ha attivato una linea telefonica diretta, 0471 304339. Informazioni anche sul sito www.caritas.bz.it. P.CA.