Da Bolzano al Marocco per portare aiuti in Africa

All’iniziativa, giunta alla 19ª edizione, anche quattro studenti altoatesini L’associazione bolzanina “Run 4 Children» sarà presente con tre equipaggi


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Una delle tre vecchie R4, che dal 18 al 28 febbraio, partendo da Bolzano parteciperà al raid umanitario “4L Trophy”, è stata recuperata due anni fa in mezzo ad un fosso dalle parti di Ancona. E dopo una prima edizione di “4L Trophy”, Paolo Lanera, meccanico, ci ha lavorato tutta l’estate per rifarla completamente e consentire al figlio Simone, studente universitario ad Innsbruck, di partecipare alla manifestazione.

«Bisogna arrangiarsi - racconta il meccanico -: gli ultimi modelli di queste macchine sono stati fabbricati nell’ex Jugoslavia nel ’93-’94, trovarne da acquistare è sempre più difficile. Gli appassionati non le vendono».

Gli esordi. Tutto è cominciato in Francia nel 1997, quando tre studenti partirono da Reims per portare aiuti umanitari in Marocco. Per il viaggio, lungo e avventuroso, scelsero una R4: auto spartana, ma leggera e robusta, in quanto pensata in particolare per i contadini che ci caricavano attrezzi e prodotti.

Da allora sono passati 19 anni, alla manifestazione hanno aderito 20 mila giovani, però lo spirito e il tipo di auto usate sono rimasti gli stessi.

Quest’anno, per la terza volta consecutiva, parteciperà con tre equipaggi l’associazione bolzanina “Run 4 Children”, di cui fanno parte il pediatra Massimo Perini, l’insegnante delle scuole professionali Einaudi Giorgio Scuttari e poi ancora Luca Quaglia, rappresentante, e Renzo Bertolini, commercialista. Non saranno loro a partire, anche se la voglia ci sarebbe, perché il raid umanitario è riservato a studenti tra i 18 e i 28 anni, l’associazione però cura tutta la parte organizzativa che consente ai ragazzi - unici in Italia - di esserci.

Il 18 febbraio quindi partiranno alla volta del Marocco tre macchine con altrettanti equipaggi: Simone Lanera assieme a Stefania Greggio, entrambi bolzanini iscritti all’università di Innsbruck; Giulio Giovanazzi, meranese, e Ivan Bertiè, bolzanino, il primo fa Giurisprudenza a Verona e l’altro Ingegneria aerospaziale a Pisa; due sorelle genovesi Giulia, studentessa di Giurisprudenza a Trento, e Alessandra, iscritta a Chimica nella città ligure.

Il viaggio. La partenza ufficiale è da Biarriz, in Francia; quindi le auto attraverseranno Spagna e Marocco: 6 mila chilometri in parte nel deserto fino a Marrakech. Per i partecipanti è l’occasione per vivere una splendida avventura assieme a coetanei che arrivano da tutt’Europa. Nel 2015 hanno partecipato1159 equipaggi per un totale 2318 studenti provenienti da 1.460 scuole.

I tre equipaggi, che fanno capo all’associazione bolzanina, porteranno in Marocco materiale scolastico e sportivo, quest’ultimo donato dall’Ussa e un prezioso monitor multifunzionale per il pronto soccorso messo a disposizione dalla ditta Tachezy di via Druso assieme a due carrozzelle in alluminio. «L’iscrizione degli equipaggi alla manifestazione costa 3.400 euro ciascuno, perché parte della quota viene poi impiegata per la realizzazione di opere umanitarie. Cifra - spiega Perini - che ha fatto dire a coloro che sono sempre pronti a criticare tutto e tutti che è una cosa per ricchi, ma non è così. Lo dimostra il fatto che in questi 19 anni, grazie a questi viaggi della solidarietà, in Marocco sono state costruite nove scuole».













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