Da Sarentino a Bolzano in soli 15 minuti

La rivoluzione delle due nuove gallerie da 63 milioni di euro. Si viaggia in quinta marcia anche in salita. Otto vie di fuga


di Davide Pasquali


BOLZANO. Sarentino è diventato un quartiere residenziale di Bolzano. Dal centro dell’idilliaco paesino in quota si scende a ponte Sant’Antonio in 15 minuti. Scarsi, anche se si rispettano i limiti. Merito delle due nuove gallerie da 63 milioni di euro, un capolavoro ingegneristico dei tecnici provinciali: 3,7 km giù diritti, sparati, in lievissima pendenza. C’è il limite dei 70 all’ora, ma ben pochi stanno sotto ai 90. Pure in salita si viaggia tranquilli in quinta marcia, anche a bordo di una utilitarietta datata. Per una volta, i numeri non aiutano a spiegare. Percorso vecchio attraverso le tortuose strette percolanti e pericolose 15 gallerie del Ventennio: 4,5 km. Percorso nelle due nuove gallerie: 3,7 km. I nuovi tunnel si percorrono in poco più di 3 minuti. Sulla vecchia strada ne servono 7-8. Se sgombra, altrimenti... Sembra poco niente, la differenza, e invece è una rivoluzione. Lo si capisce percorrendo la vecchia strada. Fra prima e seconda galleria è sbarrata dai new jersey. Autorizzati da chi di dovere, però, si passa ben. Un clima surreale. Silenzio irreale. A un certo punto, in galleria, in alto, a oltre tre metri di altezza, si notano numerose lunghe ripetute strisciate sulle pareti di porfido. Sono i segni dei mezzi pesanti guidati da chi calcolava male le distanze. E ci voleva niente, se si incontravano un tir e un bus. Nemmeno salendo in bici, pian piano, era possibile vedere tutto ciò. Mica potevi fermarti in mezzo alla strada a osservare. Adesso si nota tutto: ecco le lapidi, in ricordo di chi si è schiantato lassù. Datate. E molto meno. Salendo si incontrano gli sbocchi sulla vecchia statale di otto nuove vie di fuga. La più breve è di 121 metri, la più lunga di 430. Al termine della più lontana e difficilmente raggiungibile dai mezzi di soccorso c’è un camerone: in caso di bisogno qui si attenderanno i soccorsi. Seduti su 50 nuovissime azzurrissime sedie design. Lungo la vecchia statale, una celebre fermata Sad: per la Johanniskofel e l’osteria del maso Steinmann. Tranquilli, al termine della seconda nuova galleria si è realizzata una nuova fermata, da cui si scenderà a piedi per la vecchia strada, dopodiché si valicherà il Talvera sul solito ponte sospeso e si salirà alla chiesetta in cima al monolite, uno dei più antichi luoghi di culto preistorici dell’Alto Adige. La nuova statale è più sicura, pure fra prima e seconda galleria: reti paramassi, enorme vallo antifrana. La vecchia statale verrà interdetta: niente manutenzione. Solo dalla decima galleria in su verrà monitorata da telecamere. In caso di frana, il servizio strade si recherà sul posto a sgombrare, perché le vie di fuga sbucano proprio sulla vecchia statale. Strada vecchia che sarà completamente chiusa. Sbarrata. Magari ancora per qualche estate la si potrà salire in bici da corsa, abusivamente però. Le due nuove gallerie sono interdette ai pedoni, non ai ciclisti. Ma chi ha voglia di farsi quasi quattro chilometri in una camera a gas, sul marciapiedi...

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