Dalla Caritas fino al Club 60 Joppi, una vita dedicata agli altri

Egna: il Comune ha deciso di conferire un attestato di riconoscenza alla promotrice di tante iniziative A 86 anni guida l’associazione, fondata nel 1992, per far sì che le persone continuino a restare attive


di Antonella Mattioli


EGNA. «Un attestato di riconoscenza a me: ma è sicura che sia proprio io?». Sì, la giunta comunale di Egna ha deciso di assegnare proprio a Carla Joppi , 86 anni portati con grinta nonostante il cuore qualche volta faccia i capricci, l'importante riconoscimento per il suo impegno nel sociale. Tra i fondatori della Caritas parrocchiale del paese, nel 1992 ha dato vita al «Club 60» di cui è presidente oltre a far parte del Gruppo donne per il Mercatino di Natale. E quello che la rende ancora più orgogliosa è l’essere riuscita a trasmettere alle figlie la sensibilità verso gli altri: «Cristina lavora alla Comunità di valle e cura la contabilità del Club 60: la burocrazia è aumentata in maniera incredibile e per me è diventato impossibile seguirla. Erica invece è presidente della Caritas di Egna, suo figlio Alessandro è dirigente dei Servizi sociali della Bassa Atesina. A darmi una mano c'è sempre anche mio marito Albert, per anni presidente dell’Avs».

Com’è iniziata la sua avventura nel sociale?

«Per 25 anni ho curato in casa mia madre paralizzata: per me allora non c’erano né domeniche né vacanze. Ma sono contenta di averlo fatto. Poi, ho avuto modo di conoscere molti anziani quando come responsabile della Caritas parrocchiale di Egna andavo nelle case a raccogliere vestiario da mandare in Perù: abbiamo spedito interi container in quel Paese. Lì mi sono resa conto di quanto importante sia per le persone di una certa età avere qualcuno che ti ascolta».

Dalla Caritas al Centro anziani.

«In realtà, non ho mai lasciato la Caritas. Ho sempre cercato di lavorare su entrambi i fronti, perché fare qualcosa per gli altri mi riempie la vita».

Oltre vent'anni fa ha fondato il Club 60.

«Tutto è nato sotto la spinta del parroco di allora, don Oswald Gasser, che un giorno buttò lì l'idea di organizzare le vacanze al mare per gli anziani. Detto e fatto. Attraverso una persona di Egna che aveva tre fratelli dell'Ordine dei Camilliani abbiamo organizzato i primi soggiorni al mare nel Centro climatico marino dei Camilliani appunto, a Milano Marittima. Per molti era la prima volta che andavano al mare. Potevano permetterselo perché le spese erano molto contenute».

Andate ancora lì?

«Siamo andati lì per 14 anni e sono stati anni indimenticabili. Poi il Centro dei padri Camilliani ha chiuso e ci siamo trovati ad un bivio: non fare più niente o cominciare a prendere contatti con gli alberghi».

Ovviamente ha optato per la seconda soluzione.

«Mai pensato di fare diversamente. Ogni anno organizziamo due turni per il soggiorno marino a Milano Marittima e Gatteo Mare, a febbraio si va in riviera ad Alassio, poi c'è Abano e il soggiorno in montagna: Baselga di Pinè, la destinazione di quest’anno. Sono circa un centinaio le persone che vanno il vacanza con il Club 60».

Certo che oggi dare dell'anziano ad un sessantenne se non si offende poco ci manca.

«È vero, ma quando abbiamo fondato l'associazione le cose erano diverse. L'idea di battezzare l'associazione “Club 60” è nata dall'esigenza di trovare una denominazione che potesse andar bene sia per gli italiani che per i tedeschi».

Oltre alle vacanze il Club 60 organizza anche altre iniziative durante l'anno?

«Il nostro programma prevede una serie di gite, ma forse la cosa più importante per gli anziani di Egna sono gli appuntamenti settimanali. Il Comune ci ha messo a disposizione dei locali presso l'ex pretura».

È vero che lei tiene dei corsi di ginnastica?

«Ho fatto un corso e il lunedì pomeriggio insegno agli anziani una serie di movimenti importanti per le articolazioni».

Quando la pensione?

«Mai. Se mi fermo è la fine».

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