Democrazia diretta, c’è la legge 

Voto trasversale, ok alle nuove regole per i referendum: «Un compromesso». Bizzo non vota



BOLZANO. Arrivano le nuove regole per i referendum. C’è voluta quasi tutta la legislatura, dopo il referendum del 2014 che affossò la legge della Svp. Ieri, nell’ultima sessione utile del consiglio provinciale prima delle elezioni, è stata approvata la legge sulla democrazia diretta, frutto di un lavoro trasversale: il ddl 134/17 è firmato dalla verde Brigitte Foppa con Magdalena Amhof e Josef Nogger della Svp). Dall’esterno è stato spinto dalle 12 mila firme raccolte da oltre trenta associazioni con l’Iniziativa per più democrazia. La nuova legge viene considerata un compromesso, troppo poco per alcuni, troppo per altri, ma un compromesso accettabile. «Un passo coraggioso verso una maggiore partecipazione», è la sintesi dall’interno della Svp, che si è divisa e ha visto Magdalena Amhof impegnata fino all’ultimo. «Peccato per alcune novità cancellate in aula dalla Svp, ma abbiamo fatto sicuramente un grande passo avanti. Lo considero un successo», riferisce Brigitte Foppa. Come la stesura del testo (con percorso di partecipazione), anche il voto in consiglio provinciale è stato trasversale: 22 sì, 6 no e 4 astensioni. A favore Svp, Tommasini (Pd), Pöder (BürgerUnion), Verdi, Köllensperger (ex M5S). I no sono arrivati da Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore), Stf e due Freiheitlichen (Tinkahuser e Zimmerhofer, gli altri si sono astenuti). Non ha partecipato al voto Roberto Bizzo (Noi per l’Alto Adige): martedì con Christian Tommasini era riuscito a fare approvare un emendamento per escludere dai referendum i temi sensibili per i gruppi linguistici e le minoranze etniche e sociali. «Ho ugualmente alcune forti perplessità sulla legge», dice Bizzo. Tra le novità più importanti, il quorum abbassato dall’attuale 40% al 25%, mentre restano necessarie 13 mila firme per presentare i quesiti. Scettico Andreas Pöder, che pure ha votato a favore: «Importante la riduzione del quorum, ma la Svp conservando le 13 mila firme rende difficile l’accesso ai referendum è questo che conta». La legge prevede il referendum abrogativo, propositivo, consultivo e confermativo di leggi provinciali. Viene aumentato il rimborso per i promotori (un euro invece di 50 centesimi per firma). Per i cittadini, elencano i Verdi, «il quesito verrà formulato in una breve frase comprensibile». È previsto il Consiglio delle cittadine e dei cittadini, che avrà il compito di esprimere il proprio parere su temi concreti. Polemiche in aula sull’Ufficio per la partecipazione e la formazione politica, che sorgerà in consiglio provinciale, e informerà la popolazione sui referendum convocati, redigerà un opuscolo informativo inviato a ogni famiglia e coordinerà la formazione civica in provincia. Accusa Urzì: «Si chiama propaganda. Avremo un Ufficio politico per educare i cittadini alla coscienza politica». Replica Foppa: «Verrà garantito il pluralismo». Così Walter Blaas (Freiheitlichen) ha annunciato il voto contrario: «La montagna non ha partorito nemmeno un topolino. La legge è un pout-pourri, con linguaggio poco comprensibile. Nonostante le promesse, è stata mantenuta la soglia di 13.000 firme». (fr.g.)

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