Democrazia diretta, finalmente il via libera

Sono stati 26 (su 34 presenti) i sì nella seconda delle tre consultazioni richieste Cancellato il referendum consultivo, viene potenziata l’istruttoria pubblica


di Giuseppe Rossi


MERANO. Il consiglio comunale pare essersi all'improvviso tutto, o quasi, convertito alle nuove regole sulla democrazia diretta uscite dall'accordo tra Verdi, Svp, Pd e Alleanza per Merano, introdotte nello statuto comunale. L'altra sera all'appuntamento con il secondo dei tre voti necessari per la modifica della carta fondamentale per il Comune, in 26 su 34 hanno detto di sì alle modifiche. Ieri a tarda sera era in corso il terzo voto e molto probabilmente avrà lo stesso esito della sera prima. Unici partiti a votare contro le modifiche dello statuto sono stati Lega nord e la Civica per Merano.

I referendum che possono essere richiesti dai cittadini restano di tre tipi (propositivo, abrogativo e confermativo), la maggioranza ha cancellato quello consultivo, che era già presente nello statuto prima della modifica. Per richiedere un referendum dovrà essere raccolto il 4% delle firme dei cittadini iscritti alle liste elettorali (attualmente 1.200 cittadini), un punto percentuale in meno rispetto al massimo consentito dalla legge regionale. I promotori però avranno 180 giorni per raccogliere le firme, un tempo molto più ampio rispetto al passato. Per indire il referendum sarà necessario ottenere il via libera da una commissione di saggi provinciali e non più comunali. Affinché il referendum sia valido e vincolante per l'amministrazione comunale deve votare almeno il 20% degli elettori. In questo caso la Regione lasciava un margine di scelta molto ampio: dal quorum 0 fino al 25%.

"Il 20% - ha spiegato ieri mattina il vicesindaco Andrea Rossi – è una scelta frutto della mediazione tra le forze politiche, al fine di ottenere il maggior consenso possibile". Di altro avviso Giorgio Balzarini della Civica, che sostiene che le indicazioni del gruppo di lavoro formato lo scorso anno "sono state completamente stravolte dalla maggioranza, che in commissione non è riuscita neppure ad avere un voto favorevole".

Al posto del referendum consultivo la maggioranza potenzia l'istruttoria pubblica. "Il referendum consultivo – ha spiegato Rossi – comporterebbe costi molto elevati per il Comune e non porta con sé l'obbligo dell'amministrazione comunale di adeguarsi alle decisioni". Le regole per l'istruttoria pubblica però sono ancora tutte da scrivere. "Inconcepibile – per Balzarini – la scelta dei Verdi, a parole per la democrazia diretta, di estirpare il referendum consultivo. A questo punto per quanto riguarda la via Matteotti, piazza Teatro, scuola media di lingua tedesca a Maia Alta, viabilità in corso Libertà superiore, parcheggio interrato sotto Monte Benedetto, non potendo più richiedere il referendum consultivo i cittadini potranno richiedere solo l’istruttoria pubblica, con tutti i limiti che questa ha. Referendum consultivo e istruttoria pubblica non sono dei doppioni, potevano coesistere e integrarsi”.

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