«Democrazia diretta Saranno i cittadini  a decidere le leggi» 

Fraccaro (M5S) è il primo ministro con questa competenza «Autonomia da ampliare e nuovo stile nelle decisioni»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Con Riccardo Fraccaro il Trentino Alto Adige torna ad avere un ministro, sia pure trentino d’adozione, dopo oltre venti anni. Deputato questore alla Camera per la seconda volta, Luigi Di Maio lo ha voluto al governo tra i ministri indicati dal Movimento 5 Stelle. È il ministro ai Rapporti con il Parlamento e Democrazia diretta. Lo abbiamo intervistato con la premessa che non ci sarebbero state risposte (per ora) su temi al di fuori del dicastero, per non sovrapporsi a competenze di altri ministri.

Nella sua prima dichiarazione come ministro ha annunciato che lavorerà per la centralità del Parlamento, in parallelo con nuovi strumenti di democrazia diretta. Ci dice qualcosa di più, sul rapporto governo-Parlamento?

«La Costituzione prevede sia la democrazia rappresentativa che la democrazia diretta. Il nostro obiettivo sarà quello di recuperare la centralità del Parlamento, che deve tornare ad essere il motore delle istituzioni. Da parte nostra ci sarà il massimo rispetto delle prerogative di Camera e Senato nell’ottica di un rapporto di cooperazione. Tuttavia il sistema della delega ogni cinque anni non è più sufficiente, i cittadini devono avere un ruolo da protagonisti. La democrazia diretta è la linfa vitale del M5S, introdurremo nuovi strumenti per garantire la partecipazione diretta ai meccanismi decisionali. Vogliamo i referendum propositivi per consentire ai cittadini di proporre e approvare direttamente le leggi, come avviene nei sistemi democratici più avanzati. In tal senso i Comuni del Trentino-Alto Adige Südtirol rappresentano un ottimo esempio di connubio tra democrazia diretta e rappresentativa, visto che, anche grazie al lavoro del M5S, sono stati introdotti nuovi strumenti di partecipazione».

Avevate promesso di «aprire il Parlamento come una scatola di tonno». Cinque anni dopo il M5S è al governo. Lei ha parlato di «grande emozione» dopo il giuramento. La vostra azione sarà guidata dal rispetto verso le istituzioni?

«Abbiamo sempre considerato prioritario garantire la trasparenza delle istituzioni proprio per il rispetto che abbiamo nei loro confronti. I cittadini lo hanno capito e hanno premiato la nostra azione costruttiva, perché in cinque anni abbiamo approvato disegni di legge, emendamenti e norme che hanno inciso positivamente sulla vita di tutti. Abbiamo il dovere di interpretare il nostro ruolo istituzionale con spirito di servizio, impegnandoci al meglio per fare lavorare le istituzioni nell’interesse del Paese. Avere giurato sulla Costituzione, avere sentito il calore dei cittadini ed essere il primo ministro della Democrazia diretta è un onore immenso, mi infonde entusiasmo e senso di responsabilità».

Questo governo come si rapporterà verso le autonomie speciali?

«Questo è il governo più autonomista di tutti, abbiamo voluto inserire nel contratto il tema del decentramento, perché riteniamo fondamentale garantire la partecipazione dei cittadini e valorizzare i territori. L’autonomia è da sempre nel nostro Dna è da oggi diventa forza di maggioranza nel Paese. Lavoreremo per rafforzare gli Statuti speciali, una Regione come il Trentino-Alto Adige può e deve avere maggiori competenze. L’impegno deve essere quello di fare in modo che l’autonomia sia percepita come un modello di buon governo, invece di essere utilizzata come fonte di privilegi. Riteniamo da sempre che il modo migliore di tutelare l’autonomia sia estenderla ad altre Regioni ed è quello che faremo».

Vi presentate come il governo del cambiamento. Come immagina che impronterete il vostro rapporto con la Svp?

«Nella Terza Repubblica i partiti fanno un passo indietro e i cittadini un passo avanti. Tutti devono prenderne atto: con il governo del cambiamento i temi diventano centrali. Cercheremo il confronto costruttivo e il più ampio coinvolgimento sui provvedimenti, evitando gli atteggiamenti di sopraffazione ed emarginazione dal dibattito che abbiamo subito all’opposizione. La sfida è dare più autonomia ai territori, ma al tempo stesso responsabilizzare gli amministratori, che devono avere il bene comune come unico obiettivo. Il modello autonomista deve recuperare il valore originario, i cittadini lo hanno compreso ed è per questo che ci danno fiducia».

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