Dieci giornalisti regionali al concorso Rai

Rappresentate tutte le private: Tca, Rttr e Video 33. Al secondo step solo la trentina Elisa Dossi


di Massimiliano Bona


BASTIA UMBRA. C’erano anche dieci giornalisti regionali tra i 3 mila candidati per 100 posti (a termine) nelle graduatorie Rai, che saranno valide per due anni. Questi i numeri del bando, aperto a tutti i professionisti, indetto nel 2014 e che ha vissuto mercoledì a Bastia Umbria - ad una manciata di chilometri da Perugia e Assisi - il suo primo atto con la prova scritta (l’ha passata solo la trentina Elisa Dossi). La Rai aveva bisogno di scremare, visto che al secondo step sono passati solo 400 candidati, e per farlo si è affidata ad una società esterna. Le domande? Avevano poco a che fare con il giornalismo. Men che meno con il giornalismo televisivo. Esteri, (tanto) inglese ma anche cinque quesiti di storia dell'arte. Poca deontologia, diritto penale quasi zero e molto meno di quanto fosse lecito aspettarsi sui social, un must per i giornalisti della nuova generazione. L'età media dei partecipanti (5 mila gli iscritti ma 3 mila i partecipanti a causa dello scarso preavviso e della location improbabile) era sorprendentemente alta: più Anta che Enta per capirci. C'erano quasi tutti i precari d'Italia, ma anche mamme con figli al seguito in braccio alla nonna e pochi neolaureati a caccia del primo impiego in redazione. La prima prova è stata anche la rivincita della carta stampata sul web, visto che le edicole sono state prese d'assalto e alle 10 era impossibile trovare anche un solo giornale nazionale. Se fosse davvero così anche negli altri giorni dell’anno non staremo più a parlare delle difficoltà dell’editoria e del calo delle copie vendute a vantaggio dei siti internet (che fanno comunque capo ai giornali). Le domande erano 100, da rispondere in 75 minuti, con le crocette. Un punto per ogni risposta giusta, 0,33 punti in meno per ogni risposta sbagliata. Ecco perché diversi candidati, una decina almeno provenienti da Bolzano e Trento (molti volti noti di Rttr, Tca, Video 33 ma anche giornalisti di diversi uffici stampa, Caritas compresa), hanno preferito lasciare in bianco i quesiti più complicati un terzo del totale). Alzi la mano chi sarebbe stato in grado di scegliere tra "Le déjeuner sur l'herbe" (la colazione sull'erba) del pittore francese Edouard Manet e "Déjeuner sur l'herbe" del collega e connazionale Claude Manet. Gli esteri? Beh, niente sulla Grecia (ritenuta troppo facile), ma tanto Sudamerica (le elezioni in Cile di due anni fa ma anche la morte nel 2013 del venezuelano Hugo Chavez), le percentuali e le sigle dei vari partiti turchi e un paio di quesiti abbordabili sulla Spagna. Rievocata anche la figura di Quintino Sella, tre volte ministro delle Finanze del Regno d'Italia, un pizzico d'Europa (Donald Tusk, presidente del Consiglio) ma anche le cariatidi, un testo sulla guerra totale da analizzare, alcune domande di logica e molta grammatica inglese. Non tutti ricordavano il fondatore di Twitter Jack Dorsey e quasi nessuno è stato in grado di svelare il mistero Ott. L'Agcom definisce gli Ott «le imprese prive di una propria infrastruttura e che agiscono al di sopra delle reti». Un test (difficile) di cultura generale a 38 gradi nei capannoni di Umbria Fiere, con poco o nulla sulla televisione. Già, al primo giro bisognava fare solo selezione. Ed essere preparati anche sulle carte del mestiere contava (troppo) poco. Bravo e fortunato, dunque, chi è riuscito ad entrare nei primi 400 e a passare alla fase due. In palio 100 contratti (a termine) in una qualsiasi sede Rai d'Italia. Forse è davvero tempo di interrogarsi se anche per gli italiani dell'Alto Adige - come per tedeschi e ladini - non sia il caso di affidarsi a selezioni locali. Con competenze affidate alla Provincia. Cdr permettendo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità