Dimenticato in cabinovia: risarcito con 9 mila euro

Ha passato la notte sull’impianto dell’Alpe di Siusi, la società nega responsabilità. Cadono l’accusa di interruzione di pubblico servizio e quella di lesioni colpose


di Mario Bertoldi


BOLZANO. La disavventura di un utente della moderna cabinovia dell’Alpe di Siusi ha provocato due procedimenti penali ed un contenzioso durato un paio d’anni. Protagonista un altoatesino che denunciò di essere stato «dimenticato» dagli addetti all’impianto ed abbandonato all’interno della stazione a monte della cabinovia per tutta la notte. La vicenda risale all’inverno di due anni fa e l’uomo fu in sostanza costretto a trascorrere la notte all’interno di una delle cabine che aveva raggiunto la stazione a monte ma era rimasta bloccata in quanto l’impianto era stato spento per fine servizio. Come detto, lo sfortunato utente ha sempre sostenuto di essere stato «dimenticato» dagli operatori mentre la società che gestisce la cabinovia che sale all’Alpe di Siusi ha accusato l’uomo di essersi introdotto all’interno dell’impianto dopo l’orario di chiusura del servizio, riuscendo ad infilarsi in una delle cabine privo di regolare biglietto di viaggio, con l’intenzione di farsi trasportare senza pagare. Insomma i due operatori dell’impianto hanno sempre respinto ogni addebito e un primo procedimento penale avviato nei loro confronti dalla Procura della Repubblica di Bolzano (per interruzione di pubblico servizio) si è concluso con una archiviazione in quanto è risultata completamente infondata l’ipotesi che i due avessero cessato il servizio prima del dovuto. In realtà il viaggiatore non avrebbe dovuto trovarsi nella cabina ove rimase poi «in trappola» per tutta la notte. Da vanti al giudice di pace Costanza Giatti, è ora entrato nel vivo un secondo procedimento penale avviato sulla base della denuncia dell’utente per lesioni personali colpose. In effetti l’uomo, che fu «liberato» solo la mattina successiva, lamentò ripercussioni di carattere psicologico per attacchi di claustrofobia. Nonostante il parere contrario dell’avvocato Alberto Valenti (legale della società di gestione dell’impianto) l’assicurazione ha liquidato al viaggiatore 9 mila euro a titolo di indennizzo. Proprio per questo l’altro giorno davanti al giudice di pace (che ha rinviato l’udienza) l’uomo ha annunciato di voler ritirare la querela a seguito dell’avvenuto risarcimento. La società proprietaria dell’impianto sembra però intenzionata a dare battaglia in sede civile per «grave danno di immagine». In effetti l’accusa che gli addetti di un impianto funiviario possano essersi «dimenticati» in una cabina un viaggiatore (abbandonato poi a se stesso per tutta la notte) non costituisce certo un episodio positivo a livello promozionale.

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