bolzano

Dipendenti come testimonial: «Venite a lavorare in Comune» 

L’iniziativa. Campagna nelle scuole per far conoscere le opportunità del posto pubblico che ha sempre meno appeal. L’incontro con gli studenti del Pascoli: testimonianze ed esperienze di chi lavora in settori diversi dell’amministrazione


antonella mattioli


BOLZANO. «Venite in Comune: si lavora bene; c’è la possibilità di fare carriera e, al tempo stesso, conciliare lavoro, famiglia, hobby, grazie a flessibilità e smart working; anche le retribuzioni sono buone». I dipendenti comunali testimonial per un giorno di un lavoro all’interno dell’amministrazione municipale, per promuovere il posto pubblico che, nonostante sia sicuro e offra una serie di agevolazioni, ha perso l’appeal che aveva in passato.

«I nati negli anni Sessanta - ha spiegato Maria Christina Obkircher, direttrice dell’ufficio personale - stanno andando in pensione e abbiamo sempre più difficoltà a sostituirli; la partecipazione ai concorsi è bassa. si spiega, innanzitutto, con la scarsa natalità. a questo si aggiunge che dopo la pandemia, soprattutto nei giovani, sono cambiate le priorità. ma ciò che ha fatto più danni è l’immagine che si è creata, in una parte dell’opinione pubblica, sul dipendente pubblico, visto troppo spesso come un fannullone. non è così. se ci sono, sono eccezioni che si possono trovare anche nel privato».

Dopo le imprese private che lo fanno ormai da anni; adesso anche l’assessore al personale Angelo Gennaccaro ha deciso di andare a parlare direttamente con gli studenti dell’ultimo anno delle superiori, perché tra le varie possibilità, prendano in considerazione anche quella di fare il concorso in Comune o almeno si mettano in graduatoria per un posto a tempo determinato. Ci sono già stati incontri con studenti e studentesse di diversi istituti; ieri è stata la volta del liceo “Pascoli”.

I testimonial

Otto dipendenti Carlo Alberto Librera, Ina Lera, Alessandro Tinaglia, Paola Facci, Silvia Recla, Maria Christina Obkircher, Stefano Barberio, Giovanni Cammarano, - che hanno deciso volontariamente di aderire alla proposta dell’assessore - sono saliti sul palco dell’auditorium, per raccontare il perché di una scelta di cui - almeno per ora - sono soddisfatti.

Il più giovane del gruppo Alessandro Tinaglia, 23 anni, lavora come geometra all’ufficio patrimonio. «Sono entrato tre anni fa con un concorso e il Comune mi è venuto incontro, quando ho deciso di iscrivermi alla facoltà di ingegneria, garantendomi 150 ore. Sono due giornate al mese che, unite alla flessibilità, mi consentono di preparare gli esami e, al tempo stesso, coltivare i miei hobby».

Silvia Recla, dopo l’università, ha lavorato come insegnante di sostegno. Poi ha vinto il concorso in Comune. «Ero all’ottavo mese di gravidanza - ha raccontato - ma il posto pubblico, mi ha consentito di stare a casa un anno. Avrei potuto rimanere anche di più, però sono rientrata. Oggi sono alla ripartizione servizi alla comunità locale: un settore professionalmente molto interessante». Ina Lera, avvocata, ha iniziato la carriera come libera professionista. Poi ha vinto il concorso. «Devo dire che temevo che il posto pubblico fosse quello che viene raccontato da Zalone in “Quo vado?”. Non è così. Ho scoperto che è dinamico e stimolante; non solo, mi consente di fare la mia professione».

Stefano Barberio, 28 anni, in Municipio è arrivato a dicembre del 2021. «Ho fatto cinque anni di Conservatorio e, in quel momento, lavoravo come supplente. Ho partecipato al concorso in Municipio con un unico obiettivo: fare il patentino di bilinguismo. In questo modo potevo accelerare i tempi. L’ho vinto e ho dovuto scegliere. Ho optato per il posto in Comune, perché restando a scuola avrei dovuto fare 10-15 anni di precariato. Sono contento: lavoro all’ufficio servizi demografici. Siamo una cinquantina di persone; l’ambiente è giovane e sono stato accolto molto bene. A scuola - mi dispiace ammetterlo - ma non è stato così».

Paola Facci, architetta, è assunta come geometra al servizio edilizia: «Devo dire che è stata una piacevole sorpresa: questo lavoro è in realtà una formazione continua. Si passa dalla signora che chiede informazioni per ristrutturare il bagno, all’imprenditore che vuole costruire il centro commerciale».

Della varietà ha parlato anche Carlo Alberto Librera, direttore ripartizione servizi alla comunità: «Il mio settore spazia dalla pianificazione dei servizi sociali al coordinamento delle strutture; dagli nidi alle case di riposo. Vale la pena provare».

Particolare anche la storia di Giovanni Cammarano, farmacista campano, oggi responsabile della Comunale di via Resia. «Dopo la laurea a Napoli, ho lavorato in Germania. Poi, qualche anno fa, mi sono trovato a trascorrere le vacanze di Natale da queste parti. Mi sono informato; ho saputo che c’era la possibilità di lavorare nel mio settore e ho deciso di restare. Mi piace in particolare il contatto umano che ho ogni giorno con i clienti».

 













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