il caso

Dna cani, la Sill costretta a bloccare le prenotazioni 

Entro il 31 dicembre tutti gli amici a quattro zampe dovranno effettuare il test Polemiche sull’utilità della legge. Hintner, presidente veterinari: «Così non si risolvono i problemi»  


Daniela Mimmi


BOLZANO. In teoria entro il 31 dicembre tutti i proprietari di cani dell’Alto Adige dovranno fare il test ai loro amici a 4 zampe per risalire al Dna. Obiettivo: profilare geneticamente tutti i cani presenti sul territorio, in modo da poter multare i proprietari nel caso in cui non raccolgano le deiezioni o, cosa ancora più grave, maltrattino o abbandonino gli animali.

Il test contestato

Finora ne sono stati effettuati 2.000 o 5.000 a seconda delle fonti. Il problema non è solo politico, economico e finanziario, ma anche etico e morale dato che riguarda circa 35-40.000 cani, altrettante famiglie altoatesine, a spanne 100.000 persone, ovvero 1/4 della popolazione. Alcuni proprietari aspettano l’ultimo momento per vedere cosa succede, alcuni si rifiutano, alcuni non riescono tecnicamente, ma anche economicamente: chi non può spendere 120 euro dal veterinario, può fare l’esame alla Sill a 60 euro, ma la lista d’attesa arriva fino a fine aprile. Tanto che la struttura ha bloccato le prenotazioni.

A tutti i proprietari dovrebbe arrivare una lettera (e si parla di decine di migliaia di lettere) in cui si dà una proroga, finita la quale arriva l’ammenda. Ma ancora non si sa di quale importo. Il problema dovrebbe arrivare sul tavolo delle trattative per la giunta provinciale la prossima settimana. Partiti che sembrano divisi anche su questo fronte: da una parte ci sono l’assessore Arnold Schuler e la Svp che hanno voluto la legge; dall’altra i loro nuovi alleati, a partire da Marco Galateo e Alessandro Urzì (FdI) e i Freiheitlichen, di cui una militante ha organizzato una raccolta di firme contro la profilazione dei cani, come ha fatto l’Associazione Assopets presieduta da Filippo Maturi e altre ancora.

Nessuna proroga

Chiediamo all’assessore Arnold Schuler se ci sono novità o proroghe. «Nessuna novità e nessuna proroga. C’è una legge che è stata votata dalla maggioranza del consiglio provinciale due anni fa e la data resta il 31 dicembre. I proprietari di cani hanno avuto due anni di tempo. C’è ancora chi non è in regola, non sappiamo i numeri precisi, ma secondo noi sono circa 5.000 i proprietari in regola. Non sarebbe giusto nei loro confronti cambiare le carte in tavola adesso. Cosa penserebbero dei politici? I tempi sono stretti, alla Sill bisogna aspettare mesi, quindi stiamo pensando a strutture sul territorio, cercando spazi e personale per venire incontro ai ritardatari».

Meno di due settimane per organizzare tutto ciò. E nessuna risposta da parte di Schuler circa le divergenze di vedute all’interno della probabile coalizione.

Veterinari contrari

Senza contare che restano in sospeso diversi interrogativi. Ad esempio chi effettuerà l’analisi del Dna? Secondo Schuler gli stessi veterinari. «Noi non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione in merito, quello che sappiamo lo leggiamo sui media - spiega Franz Hintner, presidente dell’Ordine dei Veterinari. - Siamo contrari a questa legge perché non risolve il problema e i prezzi sono altissimi. I campioni di feci, oltre a essere raccolti, non devono essere manipolati e contaminati da altri animali. È impossibile che il Servizio Veterinario Provinciale possa fare tutto ciò. E i cani non registrati? E i cani che vengono da fuori? Chi paga tutte queste spese? Chi manda le 30.000 lettere di avviso a proprietari che magari hanno anche cambiato indirizzo? Chi assicura che i test siano esatti? Chi paga gli eventuali ricorsi?».

«Presumo che quando e se arriveranno le multe, saranno in molti a impugnarle e noi assisteremo legalmente i nostri associati - assicura Filippo Maturi. - È una tassa illegittima che tra l’altro travalica i confini provinciali. Tutti gli allevamenti sarebbero obbligati a pagare il test anche per i loro cani che andranno in altre zone d’Italia. È veramente incredibile come anche questa volta la Provincia si distingua, ma da un punto di vista negativo. In tutta Italia cercano di venire incontro a chi adotta i cani dai canili, con contributi vari, anche perché meno cani nei canili corrispondono a minori spese per la comunità. Qui si fa il contrario. Qui c’è una visione distorta e anacronistica rispetto ad un atteggiamento civico e civile di altre province».

Marco Galateo, consigliere provinciale, è sempre stato contrario alla profilazione dei cani proposta dalla Svp.

«Ci siamo sempre opposti e si dimostra un provvedimento fallimentare. In 2.000 hanno fatto il test del Dna a fronte di 35.000 e più cani. Io sono comunque fiducioso: affronteremo il tema la prossima settimana in sede di trattative per la nuova giunta».

Dubbi sulla possibile attuazione della legge li hanno anche i Freiheitlichen. «Il tempo stringe e ci sono ancora troppe domande sul tappeto in attesa di risposte. - ci dice la consigliera Ulli Mair. - Chi preleva le feci? I vigili hanno altro da fare. In che condizioni devono essere le feci? Chi paga le spese che saranno enormi perché tanti test saranno inutili, come quelli sui cani non registrati o dei turisti? Chi pagherà tutti i ricorsi? Gli stessi veterinari sono contrari. Dovremo tenere conto di tutto questo e trovare una soluzione, come multare pesantemente chi sporca e mettere più contenitori per raccogliere le feci. Così com’è questa legge non funziona. C’è sempre la possibilità di indennizzare in qualche modo chi ha già pagato per effettuare il test del Dna».

 













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