Dolomiti Superski: troppa neve, sulle piste un calo del 6 per cento

"Paesaggi da fiaba come abbiamo avuto quest’inverno, erano anni che non si vedevano. Ma quando è troppo è troppo": parla Thomas Mussner, general manager del colosso


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «Paesaggi da fiaba come abbiamo avuto quest’inverno, erano anni che non si vedevano. Ma quando è troppo è troppo: purtroppo gli eccessi non vanno mai bene». Se in autunno e fino a Natale, Thomas Mussner, general manager del Dolomiti Superski, e tutti gli altri operatori turistici scrutavano il cielo in attesa dell’oro bianco, adesso di neve non ne possono più.

«Purtroppo, le continue precipitazioni nevose si stanno rivelando un boomerang».

Avete già quantificato le perdite?

«Troppo presto per avere un quadro definitivo, però purtroppo, dal 26 dicembre ad oggi, abbiamo rilevato un meno 6% nei passaggi sugli impianti del Dolomiti Superski».

La diminuzione non sarà attribuibile invece ad un calo dell’interesse per lo sci.

«Lo escludo. Lo sci è uno sport che piace e i paesaggi da fiaba delle nostre vallate hanno fatto riscoprire a molti il piacere di una passeggiata sotto la neve. A Natale poi abbiamo avuto un ritorno del turista italiano e questo ci fa ben sperare: forse stiamo uscendo dalla crisi. A conferma del trend positivo c’è il 6% in più nei passaggi che avevamo rilevato dall’inizio della stagione, fino al 26 dicembre, quando c’è stato il blackout provocato dalla prima abbondante nevicata, al quale ne è seguito un altro il 31 dicembre. Ciò significa che il calo degli sciatori sui nostri impianti è attribuibile solo alle condizioni meteo: ci sono stati giorni in cui gli impianti non hanno funzionato a causa del blackout elettrico, in altri casi invece gli impianti andavano ma le piste erano chiuse per ragioni di sicurezza ».

Il calo interessa sia il turista delle settimane bianche che lo sciatore di giornata?

«In linea di massima funziona così. Il turista che si ferma una settimana e arriva dall’estero viene comunque, al di là delle condizioni del tempo. Il turista italiano invece che prenota sempre più all’ultimo momento, guarda le previsioni meteo e, se è brutto, cambia programma».

Più che quelle altoatesine, le zone più penalizzate sembrano quelle del bellunese

«Sì, in particolare Alleghe, Zoldo, Civetta. Lì lavorano molto con lo sciatore di giornata e queste perturbazioni che, durante tutto il mese di gennaio, si sono accentuate in particolare nei finesettimana, hanno avuto conseguenze pesanti a livello turistico».

Comprensibile che uno non vada a sciare se è brutto: un giornaliero del Dolomiti Superski costa 52 euro in alta stagione.

«Meno di così non si può: anche perché in questi anni sono esplosi i prezzi del carburante e dell’energia che servono per far funzionare gli impianti di risalita, i gatti delle nevi che preparano le piste, gli impianti di innevamento programmato per garantire piste al top. In cinque anni l’abbonamento settimanale l’abbiamo aumentato del 3,2%, una percentuale che copre a stento l’inflazione. Abbiamo deciso invece di non ritoccare i prezzi degli stagionali che vengono acquistati in particolare da locali e da sciatori italiani: una scelta questa che ha pagato».

Le previsioni per ciò che resta della stagione come sono?

«Buone. Abbiamo già parecchie prenotazioni dal 15 marzo in poi quando si possono acquistare una serie di pacchetti molto interessanti. L’unica speranza adesso che è smetta di nevicare e torni il sole».

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