Donazione organi, strada in salita

La scelta da farsi direttamente sulla carta d’identità resta una chimera. Il sindaco: problemi tecnici


di Simone Facchini


MERANO. Pareva una strada in discesa, dopo il via libera del consiglio comunale, quella attraverso la quale Merano sarebbe presto divenuta la prima realtà altoatesina a fornire ai propri cittadini la possibilità, al momento del rilascio o del rinnovo della carta d’identità, di indicare la volontà di donare (o meno) gli organi.

L’indicazione, si badi bene, sarebbe finita nel database del Sistema informativo trapianti, la rete nazionale accessibile dai medici del coordinamento trapianti, senza che comparisse sul documento d’identità. Eravamo nel febbraio 2013 quando il consesso civico, su iniziativa del Partito democratico, approvava la mozione. Un anno e mezzo è passato, nulla è accaduto e proprio il Partito democratico, attraverso un’interrogazione della sua capogruppo Vanda Carbone, la scorsa primavera aveva cercato di muovere le acque con un’interrogazione al sindaco.

Nei giorni scorsi la risposta che, in sintesi, racconta come la procedura si sia arenata fra pastoie delle burocrazie, rimpalli di responsabilità e presunte difficoltà tecnico-informatiche. Eppure vari Comuni nel resto d’Italia sono già partiti, e alcuni da tempo, con il servizio: da Cesena a Settimo, ma anche un Municipio di Roma, solo per fare qualche esempio. E non è tutto: pare che la via per giungere a un risultato sia ancora lunga.

Nell’interrogazione, Vanda Carbone ricordava come, secondo la mozione approvata, all’atto del rilascio-rinnovo del documento il funzionario comunale, oltre alle domande tradizionali, avrebbe chiesto ai cittadini se intendevano dichiarare le proprie volontà in ordine alla donazione di organi inserendo la risposta in un sistema informatico e trasmettendola in tempo reale al Centro nazionale trapianti.

Per il Comune - scriveva Carbone - si trattava in sostanza di comperare un programma idoneo, dal costo inferiore ai 10 mila euro, e di formare il personale dell’anagrafe, operazione per la quale sarebbe bastata una convenzione con l’Aido. Ma mentre nuovi Comuni del resto d’Italia avviavano il progetto, a Merano bocce ferme. «L’amministrazione comunale ha più volte sollecitato il Consorzio dei Comuni a individuare una soluzione», si difende il sindaco nella replica all’interrogazione. Cita come anche l’assessore provinciale alla sanità Martha Stocker abbia invitato il Consorzio «a collaborare a un progetto congiunto che verrà ancora meglio definito dalla Provincia». Solo due mesi fa, afferma Januth, Merano ha chiesto al Consorzio dei Comuni novità in merito alla sostituzione dell'applicativo informatico in uso presso gli uffici anagrafici della Provincia, sulla tempistica di acquisto e alla sua attivazione.

È stato risposto che «la scelta del programma sostitutivo dovrebbe avvenire entro la fine di quest’anno e una volta individuato il fornitore I'installazione dovrebbe essere completata entro due anni circa». «Quindi - conclude Januth - contattata la società Insiel, fornitrice dell'attuale programma Anagrafe, la stessa non ha ancora fatto pervenire una soluzione tecnica, neppure al Consorzio dei Comuni che, da noi sollecitato, ci ha risposto che cercherà entro breve di individuare alternative tecniche».

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