Donna disabile prigioniera di un alloggio fatiscente 

L’appello all’Ipes. Soffre di una grave malattia degenerativa che ora rende inadeguato l’ appartamento al nono piano di un palazzone in viale Europa, dove abita da oltre 30 anni



Bolzano. Abita lì da oltre trent’anni, ma, in tutto questo tempo, gli interventi di manutenzione sono stati praticamente nulli. Non solo, allora, quando le fu assegnato l’alloggio Ipes al nono piano di un palazzone in viale Europa, la malattia degenerativa con cui combatte da una vita non l’aveva costretta ancora su una sedia a rotelle, limitando di molto i suoi movimenti. Lei, R.K , 57 anni, abita al civico 176 e, ormai da tempo, chiede aiuto all’Ipes perché intervenga perché gli assegni un alloggio più piccolo e adatto alle sue esigenze e, nel frattempo, perché intervenga e risolva i tanti problemi dell’appartamento. Problemi che sono davvero tanti: su soffitti e pareti è visibile parecchia muffa e gli infissi, ormai obsoleti, non trattengono né i gelidi spifferi invernali né la pioggia. «Mesi fa, ho segnalato il problema – spiega – e Ipes ha mandato degli operai a mettere un po’ silicone sulle fessure. Ad agosto, quando s’è abbattuta la terribile tempesta su Bolzano, in casa, l’acqua è entrata a fiumi dalle finestre e ho dei video che lo testimoniano». Un po’ come cercare di riparare il Titanic con il chewingum, insomma. Senza dimenticare le difficoltà di respirazione, notevolmente aggravate dalla presenza della muffa sulle pareti, e le difficoltà di movimento che i frequentissimi guasti agli ascensori costringono spesso la donna a una sorta di prigionia. «Oltretutto – continua – la mia nuova carrozzina è più grande e trovo difficile salire sugli ascensori del palazzo». I lavori di sistemazione sono indispensabili, non c’è dubbio, ma l’inquilina chiede da tempo di avere un altro alloggio attrezzato alle sue esigenze. «La mia situazione è peggiorata negli anni e, da tempo, le mie due figlie sono andate a vivere per conto loro. Per questo, ho più volte chiesto all’Ipes di assegnarmi un alloggio attrezzato, ma più piccolo di questo, dal momento che ci vivo da sola. So che ce ne sono, ma fino ad ora le mie richieste sono cadute nel vuoto. Mi è stato che, al momento, non ce ne sono di disponibili e di presentare domanda, ma, nonostante il carattere d’urgenza, nella migliore delle ipotesi, potrebbero passare due anni».

La donna, anche grazie all’aiuto della ragazza che l’assiste, è in contatto con funzionari Ipes e hanno scoperto che un appartamento, piccolo e attrezzato per persone diversamente abili, ci sarebbe, in via Fago, libero da due anni. Ma sarebbe stato occupato abusivamente da una famiglia e, quindi, al momento, non potrebbe essere assegnato. Intanto il tempo passa e le condizioni della signora al nono piano del civico 176 di viale Europa peggiorano di giorno in giorno, infischiandosene dei tempi biblici della burocrazia.

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