Donna investita dalla Sasa: sarà decisiva una perizia

La Procura ha confermato il sequestro dell’autobus per permettere alcune verifiche tecniche



BOLZANO. L’autista della Sasa alla guida dell’autobus che investì ed uccise un’anziana bolzanina all’incrocio tra via Dalmazia e via Roma nel dicembre scorso, potrebbe essere stato in una condizione di «impossibilità tecnica» di rendersi conto della presenza della vittima sulla carreggiata. E’ questa l’ipotesi che stanno vagliando in questi giorni alcuni periti che, assieme ai vigili urbani, stanno preparando una relazione dettagliata sulla tragedia. L’elaborato è destinato alla scrivania del sostituto procuratore Igor Secco a cui è affidata l’inchiesta.

Uno degli elementi tecnici confermati sino ad oggi da tutte le verifiche riguarda la velocità. E’ certo che l’autobus al momento dell’incidente stesse viaggiando ad una velocità molto ridotta, di circa 5 chilometri all’ora.

Il dato, già emerso dalle testimonianze raccolte la sera della tragedia, ha trovato dunque piena conferma anche nella ricostruzione tecnica di quanto avvenuto.

Ieri il sostituto procuratore Igor Secco ha confermato il sequestro dell’autobus per permettere ai vigili urbani di proseguire le verifiche tecniche nella ricostruzione del sinistro. Come detto dovrà in primo luogo essere stabilito se nella fase di svolta a destra (all’incrocio tra via Roma e via Dalmazia) l’autobus abbia travolto e ucciso Maria Fodaroni Mogini, bolzanina di 92 anni, per un momento di disattenzione o negligenza professionale dell’autista. Quest’ultimo, un 56 enne molto esperto nella condizione di autobus, potrebbe però non essere stato in grado tecnicamente di rendersi conto della presenza della donna. In effetti dopo la tragedia, diversi autisti della Sasa sottolinearono la pericolosità di quell'angolo di strada, proprio per la presunta impossibilità di scorgere a dovere i pedoni in tutta la fase della svolta a destra.(ma.be.)

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