Doping e trasfusioni: 9 arresti Perquisizioni in Alto Adige

Trento. La svolta nelle indagini del Nas è arrivata a gennaio di quest’anno quando un venticinquenne trentino è stato ricoverato al Santa Chiara per un’embolia polmonare. Dopo il ricovero in terapia...



Trento. La svolta nelle indagini del Nas è arrivata a gennaio di quest’anno quando un venticinquenne trentino è stato ricoverato al Santa Chiara per un’embolia polmonare. Dopo il ricovero in terapia intensiva e una lunga riabilitazione, il giovane si è salvato e ha raccontato a medici e investigatori il motivo di quel malore quasi fatale: «Ho assunto troppi farmaci dopanti». La storia del venticinquenne ha permesso ai carabinieri del Nas di ricostruire una presunta rete di scambi, cessioni e vendite di sostanze dopanti. Ma soprattutto ha svelato un sistema di doping più sofisticato: l’arricchimento del sangue di atleti dilettanti con l’utilizzo di autoemotrasfusioni a base di ozono, per “rigenerare” il sangue e avere prestazioni migliori in varie discipline, dal body-building al ciclismo, dall’arm wrestling (il braccio di ferro) alla pallavolo. L’inchiesta dei carabinieri - coordinata dal procuratore capo di Trento Sandro Raimondi e dal pm Davide Ognibene - ha portato ieri all’arresto di nove persone. Il nome più “di peso” è Davide Barra, medico geriatra e direttore sanitario delle Apsp Valle dei Laghi e di Nomi. Sarebbe lui la mente delle trasfusioni vietate agli atleti (ma consentite per scopi di cura estranei allo sport) che venivano effettuate negli ambulatori messi a disposizione del dottor Barra dalle due strutture private. A Barra viene anche contestato di aver commercializzato prodotti vietati al fine di alterare le prestazioni agonistiche dei “clienti” e infine di aver indotto due degli altri indagati (Alessandro Orri e Alessandro Cetto) a commettere il reato di esercizio abusivo della professione per aver fatto diagnosi per le quali non avevano la competenza. Ai domiciliari anche altre otto persone. Si tratta dei trentini Alessandro Orri di Trento, personal trainer e libero professionista nella Rsa di Nomi, Diego Pilati, Alessandro Cetto, Letizia Bonetto e Daniele Povoli. Due i nomi di fuori provincia: Lorenzo Filippi, bresciano, gestore di una palestra e il noto body builder di Modena Enrico Rovatti, già arrestato nei mesi scorsi in un’inchiesta parallela e a casa del quale sono stati sequestrati farmaci per un valore di 1 milione di euro. Secondo gli investigatori il gruppo aveva ramificazioni nelle province di Trento, Bolzano, Brescia, Bergamo, Cremona, Modena e Viterbo e in queste zone ieri sono state eseguite una quarantina di perquisizioni che hanno portato al sequestro di sostanze illegali per un valore di 30 mila euro.















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