Dopo la bocciatura shock la giunta cambia strategia

Referendum, la proposta Rösch sulla revisione del quorum andrà subito in aula Kury: «Ogni idea va discussa, ma quando si vota la coalizione deve compattarsi»



MERANO. Quale proposta di revisione dello statuto comunale arriverà domani sera in consiglio per attuare la democrazia diretta e partecipativa voluta dalla legge regionale e richiesta a gran voce dai cittadini?

Questa è la domanda a cui nella giornata odierna dovranno dare risposta Verdi, Svp, Alleanza per Merano e Pd all’indomani della figuraccia fatta dalla maggioranza in commissione affari istituzionali nei giorni scorsi.

La proposta della giunta Rösch, forse vale la pena ricordarlo, era stata clamorosamente bocciata con zero, dicasi zero, voti favorevoli, un voto contrario e sei astensioni. Un segnale di totale scollamento tra i consiglieri comunali dei partiti di maggioranza e la giunta guidata da Paul Rösch.

«Credo non sia tanto un problema la soluzione dei quorum trovata al termine della mediazione tra partner - spiega la capogruppo dei Verdi, Cristina Kury - ma di regole da condividere nel sistema di procedere con le decisioni assunte. Ogni proposta può e deve essere discussa nei partiti, ma quando si arriva a un voto in giunta, poi tutti devono adeguarsi a quella decisione. Il comportamento in commissione non è accettabile».

La tirata di orecchie generalizzata è andata in scena ieri sera e domani, probabilmente se ne vedranno i frutti in consiglio comunale. La proposta dei quorum della giunta e bocciata dalla commissione prevede che servano poco più di 1.500 firme in calce alla proposta di quesito referendario, praticamente il 5% degli aventi diritto al voto, ovvero la proposta identica a quella formulata dalla legge regionale. Il referendum, una volta che si è votato, invece è da ritenersi valido se almeno il 20% degli aventi diritto al voto si è recato alle urne.

La Regione prevede un massimo del 25%, nella maggioranza e nelle associazioni che da anni si battono per estendere la democrazia diretta si punta a un quorum 0, ovvero esito del referendum valido qualsiasi sia il numero dei votanti.

«Il 20% di quorum per la validità di un referendum - conclude Cristina Kury - è il compromesso che abbiamo raggiunto. Io sto continuando a lavorare, tanto più ora che abbiamo dovuto subire questo voto in commissione, per cercare di ridurre ancora la percentuale. Ma in questo momento non so dirle se riuscirò a convincere i partner di coalizione».

Alcuni partiti temono infatti che l’abbassamento dei due quorum possa portare a una proliferazione di referendum sul territorio comunale che, secondo loro, poco si sposa con il sistema della democrazia rappresentativa (gli eletti in consiglio e giunta decidono).

A Malles lo scorso anno, quando si trattò di partecipare al referendum sull’abolizione dell’uso dei pesticidi sul territorio comunale, il quorum per la validità del voto era stato fissato al 20% ma nel conteggio si era anche tenuto conto del voto per corrispondenza, cosa che a Merano, salvo modifiche dell’ultima ora, non si potrà fare. (rog)

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