Druso Est, caos parcheggi chiusa la strada d’accesso 

Decine di auto in superficie. Nonostante i garage interrati e l’autosilo siano pronti e aperti Ora potranno accedere solo contadini e bici. Ciclabile ancora pericolosa: rimane area di cantiere


Davide Pasquali


Bolzano. Niente auto in superficie, tutti nell’interrato, ognuno col suo garage, magari doppio. Druso Est doveva essere un quartiere modello, un rione «green». Ma - stando almeno al momento attuale - non tutto è filato liscio. Decine di auto parcheggiate in superficie anche in pieno giorno, altrettante posteggiate in sosta vietata nel tunnel interrato che conduce ai garage. Insomma, un caos. Tanto che dopo i due cartelli provvisori posizionati nei giorni scorsi, visto che non sortivano grandi effetti, ieri è stato apposto il cartello definitivo di divieto di accesso in superficie a tutti i veicoli, esclusi bici, contadini confinanti e mezzi di emergenza.

A Druso Est, in superficie soltanto un’unica area verde comune e parchi gioco aperti a tutti per sviluppare un senso di comunità. I mezzi motorizzati? Tutti sotto terra. Questo l’intento urbanistico ricercato dal municipio. Le cose, però, sono andate altrimenti. Le aree verdi non sono più comuni a tutti dato che in parte sono state transennate; i parchi gioco, nonostante il recente premio del Vke che premeva per farli aprire alla cittadinanza, sono riservati ai soli residenti nel tal condominio, con tanto di cartelli di divieto.

A non funzionare, però, è soprattutto il traffico veicolare. Sottoterra si è realizzato un tunnel di dimensioni importanti, con due rampe di accesso, una in prossimità della centrale dei vigili del fuoco, l’altra dopo l’Aldi verso la rotonda dell’Eurospar. A Bolzano, per dimensioni, non esiste null’altro del genere. Scendi liberamente, pigi il bottone del telecomando, il cancello si apre, entri nel garage della tua torre, 14 in tutto, compresa quella Ipes, in legno, or ora in fase di costruzione. In tanti però, nonostante il divieto di sosta, parcheggiano nel bel mezzo del tunnel di accesso, invadendo in parte anche le corsie. Per adesso si chiude un occhio, ma a cantieri terminati si posizioneranno dei dissuasori per impedire il parcheggio selvaggio. Questo però, al limite, è un problema condominiale, o dei due consorzi che hanno costruito quello che il marketing immobiliare ha ribattezzato Prati di Gries.

A riguardare invece l’intera cittadinanza è la strada di accesso in superficie, che conduce da viale Druso al San Maurizio. Una pedociclabile, utilizzata da migliaia di dipendenti e pazienti del San Maurizio nonché dagli studenti della Claudiana, per non parlare di mamme con passeggini e bimbi del rione a spasso con bici e monopattini. Da circa tre anni è un cantiere, e pedoni e bici transitano fra mille difficoltà. Il cantiere delle infrastrutture non è ancora terminato e la torre dell’Ipes deve ancora sorgere. Quindi, i disagi non mancheranno ancora per un paio di annetti. Ormai, però, tutti gli edifici residenziali hanno a disposizione l’accesso ai propri garage interrati e anche i posti auto all’interno del silo sono accessibili (pianoterra destinato ai clienti Mpreis, gli altri due piani alle coop che hanno potuto costruire solo un piano di interrati e qui trovano posto per le seconde auto). Ergo, ci sarebbe da aspettarsi un utilizzo di box e posti auto interrati, sgravando la strada almeno dal traffico residenziale, rendendola più sicura. Ma così non è, neanche a metà mattino, figurarsi in pausa pranzo o di notte: auto, scooter. Parcheggiano in tanti. Ora, conferma l’architetto Paolo Berlanda, «il consorzio Prati Gries ha chiesto alle ditte che lavorano a infrastrutture e torre Ipes di impedire il passaggio, salvo operazioni di carico/scarico e l’accesso ai mezzi di soccorso».













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