Ecco il “Palaonda 2” il nuovo palazzetto del ghiaccio in Zona 

Il progetto di Lucchin. La vera novità: la pista sopraelevata Costerà 13 milioni di euro, pagati da Provincia, Comune e (forse) Coni



Bolzano. Eccolo, si vede finalmente. È il nuovo palaghiaccio, il "Palaonda due" di cui si parla da anni. E intorno al quale gli interrogativi architettonici erano molti, in particolare non era chiaro in che modo la pista potesse sopraelevarsi rispetto all'intera struttura. E quale immagine complessiva potesse dare questa presenza in quel quadrante di Bolzano sud a ridosso della fiera. «Con il ghiaccio posto in alto si potrà recuperare molto spazio funzionale immediatamente disponibile» aveva detto a suo tempo Claudio Lucchin, l'architetto a cui Provincia e Comune avevano affidato il compito di immaginare come assemblare una serie di specifiche: affiancare una ulteriore pista a quella attuale, non invadere troppo il luogo, dotarlo di una serie di infrastrutture funzionali non solo all'attività sportiva ma anche a quella amministrativa dell'hockey club, rispondere alle esigenze delle società minori e individuare la possibilità di ottenere ulteriori parcheggi. Insomma, avere tanto in poco spazio. E, inoltre, averlo con poca spesa. Meno di quanto stava emergendo nelle parallele, al tempo, trattative tra municipio, palazzo Widmann e gruppo Podini il quale aveva offerto, per la bisogna, i propri spazi in via Galilei, di fronte al Twenty. Allora si era in piena prospettiva olimpica e Bolzano stava provando a proporsi come sede principale degli sport su ghiaccio. Poi, interrotte le trattative con il privato, si decise di ripiegare su una soluzione fatta in casa, su spazi già disponibili e così creare una sorta di cittadella dell'hockey a Bolzano sud, vicino agli snodi della nuova viabilità urbana. «Era importante creare una struttura flessibile, non invasiva ma architettonicamente ricca di significato» era stato il commento di Lucchin di fronte alle prime indiscrezioni sull'operazione. Ora il piccolo mistero è svelato. Ed è stato sottoposto anche al giudizio degli interessati, in prima istanza la dirigenza dell'Hockey club: «È quello che mancava a Bolzano e a tutti noi» è stato il primo commento di Dieter Knoll, il presidente. Questa soluzione sopraelevata, come finalmente si può vedere dalle prima immagini progettuali, crea una immediata vicinanza tra la struttura sportiva, la pista con le sue tribune, con la vita che dovrà girarle intorno. Dalla biglietteria e dai nuovi accessi allo stadio, al collegamento con via Galvani che crea così una interfaccia urbana con l'opposta zona fiera, alla copertura del “primo piano” che sembra appoggiarsi, senza schiacciarli, su tutti gli spazi funzionali sotto di lui, con pilastri di sostegno e varie zone pubbliche. Una di queste sarà un punto bar e ristoro. È stato all'inizio di settembre dello scorso anno che venne concretizzato il patto tra Kompatscher e Caramaschi inteso ad abbandonare la prima soluzione di via Galilei, che allora veniva chiamata “Ice Arena”, comprendendo anche un albergo e vari servizi, per deviare sul progetto domestico del doppio Palaonda. Già nel 2019 fu definita la cifra: 12 milioni. Quest'anno solo di poco lievitati per gli annessi aggiunti all'operazione, fino ad arrivare a 13 milioni e qualcosa. Il patto tra i due prevedeva una equa suddivisione delle spese: 50% dal Comune, gli altri 50% dalla Provincia. Intorno a questo possibile finanziamento è poi piovuto l'interessamento del Coni che, secondo indiscrezioni ribadite l'altro giorno dai due interlocutori, sarebbe disposto ad intervenire con un importante contributo. Questa pista sopraelevata, inoltre, verrà incontro alla forte domanda di spazi più volte portata avanti dalle società minori e dai gruppi giovanili costretti ad elemosinare ore di allenamento al Palaonda uno. In più, in questa seconda pista troveranno più respiro anche sport molto seguiti ma considerati minori, come il pattinaggio artistico, quello su pista, la velocità e lo short track. P.CA













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